“Bisogna essere pronti a tutto quando si legge Christophe Léon”: così Eros Miari apre l’incontro di oggi con l’autore francese.
Ascoltandolo abbiamo capito che Léon non è così spericolato e imprevedibile come ce lo saremmo aspettati leggendo i suoi libri, ma è una persona simpatica, disponibile e a cui piace parlare con i ragazzi, condividendo le sue esperienze. Ci ha infatti raccontato come è diventato scrittore, passando da un mestiere all’altro: tennista professionista (ai tempi di Panatta), allenatore di tennis, padre (ha cinque figli) e infine solo scrittore.
Finora Léon ha scritto cinquanta libri per adulti e ragazzi, ma soltanto quattro sono arrivati in Italia, editi da CameloZampa (Granpa’ e La ballata di Jordan e Lucie) e da Sinnos (Reato di fuga e il fresco di stampa Spazio Aperto), grazie alla traduzione di Sara Saorin e di Federico Appel. Divenuto famoso in Francia con “Reato di fuga”, da cui è stata tratta anche una serie televisiva, ha continuato a pubblicare romanzi con protagonisti adolescenti e che trattavano tematiche di attualità o ecologiche come Granpa’, in cui si parla problemi legati all’ambiente e alla sua salvaguardia.
Il rapporto genitori-figli è molto presente nei suoi libri ed è quasi sempre complicato, come dice la ragazza protagonista di La ballata di Jordan e Lucie: ” Io pianterei le tende da mia nonna. Ma nessuno domanda la mia opinione. Ho persino l’impressione che sia questo che caratterizza meglio noi giovani: non ci si occupa mai di quello che vogliamo o pensiamo…”. Le famiglie problematiche, come dice Léon, sono più interessanti da raccontare rispetto a quelle “perfette”, perché offrono più spunti per scrivere una storia.
Nella sua vita privata la famiglia è un elemento molto importante che lo ha ispirato e lo ha aiutato nella stesura dei suoi libri. Una famiglia cresciuta senza televisione e internet ma che legge molto, perché Léon è convinto che i nuovi mezzi di comunicazione siano in realtà delle prigioni che impediscono il dialogo.
Leggere infatti, per l’autore, è un modo per uscire dalla massa e per avere delle idee proprie.
Emanuela Petrini e Stefano Lisa, SMS Caduti di Cefalonia.
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