In prima serata, il 15 Settembre presso lo spazio BCC Fvg, Luigi Gallimberti, medico specializzato in Psichiatria e Tossicologia e docente presso l’Università di Padova ha proposto al pubblico un’accurata e lineare spiegazione sul bambino come “nativo digitale”, trovando un nesso tra ricerche sul campo delle neuroscienze e il buon senso. “I bambini nati dal 2002 ad oggi sono abituati quotidianamente ad interagire con quelle che noi chiamavamo “nuove tecnologie” “, afferma il dottore. Gli studi  non riguardano solo la psichiatria, ma negli ultimi tempi si specializza nell’importanza del sonno dei bambini. Ciò è nato quando un neo-chirurgo newyorkese si è posto la semplice domanda di “come può il cervello, unico organo che lavoro in media 10 volte di più degli altri organi, ad eliminare le scorie che egli stesso produce, poiché privo di sistema linfatico?”. Le ricerche hanno portato alla scoperta di tubicini che, durante il riposo notturno si aprono, espellendo le sostanze tossiche che avvelenano i nostri neuroni. Ed è per questo che il dottore, rivolgendosi in particolar modo ai genitori e insegnati, ha voluto insistere sull’importanza nel rispettare il numero di ore di sonno: in media 17-18 ore per un neonato per arrivare alle 9-10  per i bambini fino ai 12-13 anni. Un piccolo aneddoto  che Gallimberti ha condiviso per permettere ai neuroni di riposarsi ulteriormente dallo stress dei dispositivi informatici, è un ‘ora di lettura al giorno. Il risultato è scientificamente e culturalmente  testato ed approvato. A condividere l’ora di dialogo era presente anche la pediatra pordenonese Flavia Ceschin: i pediatri a differenza del passato, si  ritrovano con bambini aventi malattie non più tradizionali come influenze o bronchiti, bensì con patologie sempre più rare o perfino con dipendenze. Per questo oggi, i mondi dello psichiatria e del pediatra sono sempre più vicini. La mancanza di sonno comporta anche  gravissimi disturbi comportamentali e per questo, la dottoressa  invita i genitori a dare maggiore attenzione a tali aspetti quanto, banalizzando, ai raffreddori. La medicina sta cambiando: i pediatri chiedono di più, ma anche i genitori dovranno dire di più.

Liliane Apetogbo, Giorgia Masaniello

Liceo Michelangelo Grigoletti, Liceo classico Vittorio Alfieri