«E quindi che intenzioni hai, adesso?», chiede Nino, interrompendo il rimuginare della bestia. Cerca di rompere il silenzio di Petra che guarda fissa nel vuoto. Le mette un braccio attorno alle spalle, le va vicinissimo all’orecchio con la bocca. Bella lo squadra. Petra lascia fare. «Io stasera a casa non ci torno.»
«Come non ci torni? E dove dormi?»
Lei resta muta, poi all’improvviso sbotta. «Qui. Dove vuoi che dorma?»
«Ma non puoi dormire all’aperto. Sei fusa?»
«Oh, non ti ci mettere anche tu. Se i miei non vogliono che Bella dorma a casa nostra, sarò io a dormire nella casa di Bella.»
«Ma Bella è un cane e non ha casa!»
«Appunto.»
«Appunto cosa?»
«Appunto, dormo qui in strada con lei. Non posso abbandonarla anch’io.»
«Andiamo Petra, non dire cretinate. Non vorrai dormire al parco come una barbona.»
«E certo che sì.»
«Ma tu sei fuori.»
Petra alza le spalle.
Nino conta fino a dieci e poi ricomincia. «Ascolta…»
«Uhm.»
«Bisogna trovare una soluzione.»
«La soluzione è che tu vai a prendere un sacco a pelo da qualche parte, te lo fai prestare da uno dei tuoi amici scout, quello che vuoi, basta che dormiamo fuori stasera. Poi vediamo.»
«Che cosa? Io vado a prendere un sacco a pelo? E poi dormiamo? Chi ti dice che io abbia voglia di dormire all’aperto?» Petra sorride perché sa che Nino dormirebbe anche sulla punta del campanile pur di stare con lei una sera. Sa che potrà
contare su di lui. Sempre.
«Petra, cerca di ragionare», le dice lui, sperando in un moto di ravvedimento. «Non possiamo dormire in strada. Potrebbe essere pericoloso. Lasciamo qui Bella e vedrai
«Col cavolo.»
«Petraaa!»
«Eh. Che c’è?»
«Fai la brava!»
«Ma io sono bravissima. Io passo a casa a prendermi una felpa, non posso stare fuori tutta la notte in canottiera. Già che ci sono, prendo anche un paio di panini e un po’ di frutta. Tanto i miei oggi rientrano tardi, ho campo libero. Mollo la borsa e ficco tutto in uno zaino. E tu vai a casa tua o dove ti pare a prendere un sacco a pelo. Inventati qualcosa per i tuoi. Per una sera, che ti costa? Poi vediamo.» Nino alza gli occhi al cielo. Non risponde e pensa. Cerca di calcolare tutti i rischi e le possibilità. Lui non è certo il tipo da colpi di testa. Lui così ordinato, il timido Nino che vuole tenere tutto sotto controllo. Ma quando Petra si fissa su una cosa è difficile schiodarla. L’unica sarebbe mollarla lì da sola. Ma questa opzione è esclusa. Ci mancherebbe.
[…] «E va bene. Non posso lasciarti qui da sola stanotte», le dice montando sulla bicicletta con l’aria di chi ha preso una decisione inevitabile, forzata dalle circostanze. «Ci rivediamo qui fra una mezz’ora.»
Petra si alza e gli butta le braccia al collo. «Grazie!»
Bella e Gustavo, di Zita Dazzi, Il castoro, p. 102_104
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.