Male è qualcuno che non ti accetta per quello che sei. Se poi quel qualcuno sono i tuoi genitori…

Barnaby fluttua: la legge di gravità su di lui non ha effetto, per cui, se non gli si appendono dei pesi, vola verso l’alto, sale in cielo.

Ecco, adesso immaginatevi Barnaby che va a passeggio con Eleanor, sua madre: sulle spalle porta lo zaino pieno di sabbia che lo tiene ancorato a terra…

 

Barnaby guardò il mare, ma non disse nulla. Sentì lo stomaco borbottare e stava quasi per chiedere a Eleanor se potevano prendere un gelato al furgone nell’angolo, all’ingresso del parco, quando sentì il suono inaspettato di uno squarcio e poi un sibilo, come quello di un serpente che si prepara ad attaccare, sssss.

Il suono veniva dalle forbici di Eleanor che aveva fatto un buco in fondo allo zaino pieno di sabbia.

Il sibilo veniva dalla sabbia che cominciava a fuoriuscire lentamente e a formare una piramide per terra sotto lo zaino.

Barnaby, confuso, guardò prima in basso poi sua madre, che scuoteva la testa senza riuscire a fissarlo negli occhi.

«Mi dispiace, Barnaby» disse. «Ma è per il bene di tutti. C’è un mondo meraviglioso là fuori. Sarai come uno di quei primi pionieri. Troverai la felicità da qualche parte, ne sono sicura.»

Barnaby annaspò mentre la sabbia continuava a svuotarsi: era come una clessidra umana.

[…] «Mamma!» gridò. «Mamma! Aiuto! Sto volando via! Aiutami!»

«Mi dispiace, Barnaby» ripetè Eleanor, la voce un po’ incrinata adesso. «Mi dispiace davvero.»

[…] «Mamma!» urlò un’ultima volta, mentre raggiungeva le cime degli alberi. «Aiutami! Mi dispiace! Cercherò di non fluttuare mai più!»

«È troppo tardi Barnaby» urlò lei, agitando la mano per salutarlo. «Fai il bravo!»

 

Che cosa è successo a Barnaby Brocket, di John Boyne, Rizzoli, p. 89-92