- “Siena: donna misteriosa e intrigante, bellissima e sfuggente; una che appare a una festa, che fai di tutto per conoscere, e quanto sei arrivato a lei, è già svanita”.
Così Sabrina Minardi, giornalista e scrittrice, descrive quella città che l’ha affascinata a tal punto da diventare il palcoscenico delle vicende di Caterina della notte (Piemme, 2017). Il romanzo intreccia presente e passato, legando tra loro le storie di due donne, lontane nel tempo, ma accomunate dalla stessa gioia di vivere, dalla stessa fame d’amore. L’una, Catherine, emancipata giornalista inglese, avrebbe all’apparenza tutte le carte in regola per essere felice nella caoticità dei nostri giorni ed è invece divorata da una profonda inquietudine; l’altra, Giovanna da Fontebranda, vive l’ultimo ventennio del ‘300 rinchiusa tra le mura dello Spedale di Santa Maria della Scala, senza poter nemmeno immaginare “com’è la luce dell’alba mentre il giorno la incalza”. Raccontare nel suo manoscritto l’unicità della storia di Santa Caterina è l’unico gesto in grado di rubarla alla sua avvolgente solitudine. Quando il manoscritto giunge sulla scrivania di Catherine, Giovanna diviene così il tramite tra le due donne donando alla giornalista una compagna con cui dividere le sue angosce e colmare i suoi vuoti.
Sabrina Minardi dimostra con il nuovo libro la sua straordinaria capacità di rielaborare e rimaneggiare le fonti storiche, come fossero argilla che, pagina dopo pagina, prende forme dalla straordinaria armonia.
Veronica Ferra e Teresa Fassetta,
Liceo Grigoletti, Pordenone
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