“L’écriture est toujours une recherche, se demander toujours le pourquoi des choses”. In questo modo incomincia Céline Zufferey, giovane scrittrice svizzera, autrice del romanzo “Non perdere le viti” al Salone venerdì 10 maggio. Per lei, infatti, la scrittura è continua ricerca soprattutto sul perché anche le relazioni umane dipendano dalle logiche del marketing. E’ questo il quesito su cui l’autrice gioca e ironizza. Attraverso l’immagine, questo gioco funziona e, con una scrittura estremamente obiettiva e minimalista, Céline riesce “a parole” a trasmettere al lettore questo mondo, ormai sempre più simile ad un catalogo. Finto e idealizzato.
In modo contraddittorio, l’anonimo protagonista del romanzo è consapevole di essere “pedina” di questo tranello, ma non fa niente nel concreto per svincolarsi. Infatti è vittima degli ideali di vita che lui stesso crea. Una visione critica del mondo lo perturba, ma non ha i mezzi per cambiarlo.
La scrittrice si riflette nella figura del protagonista; infatti sempre meno artisti al giorno d’oggi riescono ad essere indipendenti e originali in una realtà che opprime la loro eterogeneità. Implicitamente e con ironia, questo romanzo d’esordio offre punti di riflessione per i lettori più critici.
Beatrice Cestari e Sophia Temgoua, Liceo Ariosto Ferrara
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