Concerto piuttosto insolito quello di venerdì 6 gennaio che ha attirato molta gente, in gran parte esperta e raffinata. Circa mezz’ora prima del concerto ci è stato presentato un brano di musica elettronica. Il DJ Lorenzo Senni ha attirato l’attenzione su di sé con ritmi particolari, evasivi in confronto al suono dell’orchestra che lo ha seguito. Concerto molto particolare anche perché pieno di velature che riportano il pubblico ad un’idea di musica non più classica ma contemporanea. Il concerto è iniziato con un brano di Ambrosini, quasi un canone di carattere classico che si ricopre di caratteristiche sempre più particolari, che hanno colpito molti ascoltatori del pubblico che, continuando, si riveste di timbri particolari e percussivi insoliti, come suoni di campane e campanelli. Oltre a queste peculiarità, che alludono forse alla quotidianità, è sempre presente una vibrazione grave di sottofondo, anche durante le pause ed i silenzi di tutta l’orchestra, effetto forse esplicitamente voluto dal compositore.

Altrettanto interessante è stato il brano “Swansong” di Arvo Part, eseguito per la prima volta assoluta in Italia: un tema melodico interessante con una presenza quasi protagonistica delle percussioni, come ad esempio lo xilofono. Nello sviluppo del brano è affascinante come il tema di gradi congiunti sia in grado di implicare armonie così distanti e diverse fra loro, eppure, anche se lontanamente, collegate. Alquanto interessante il finale in decrescendo, subito dopo il climax (ovvero l’apice del brano), in quanto l’ultimo strumento a suonare è l’arpa, strumento che in precedenza non aveva avuto un ruolo importante.

Interessante anche il Cantus Articus di Rautavaara. Qui il ruolo da protagonista lo ha inizialmente la sezione fiati dell’orchestra, con un intervento quasi stressante delle trombe, forse anche un po’ ironico. Con l’intervento dei violoncelli e dei contrabbassi abbiamo una modulazione in un’atmosfera ben più calda. In questo momento il tema passa dai violini ai violoncelli velocemente, e poi avviene l’introduzione del canto degli uccelli, piuttosto realistico per la disposizione strategica degli altoparlanti. Sul canto degli uccelli gli archi ed in seguito anche i fiati creano un ostinato piuttosto inquietante, una specie di imitazione degli uccelli. Abbiamo poi uno “scoppio” dei timpani che fa prima crescere e poi diminuire l’ostinato fino ad un momento di completo silenzio.

Atmosfera del tutto diversa quella della Seconda Parte, dove è stato eseguito, insieme al violinista Krylov, l ’ “Offertorium” di Gubajdulina, ovvero un concerto per violino e orchestra. Un tema spartito fra più sezioni strumentali caratterizza l’incipit. La parte solistica del violino, molto difficile, è caratterizzata da arpeggi e glissandi di intervalli dissonanti (come Settime o quarte Eccedenti e così via). Abbiamo poi nello sviluppo una scala spartita fra più strumenti che passano sempre il testimone al solista. Tutti i crescendi e le tensioni vengono interrotte dal silenzio, nel quale il violino solista propone sempre qualcosa di nuovo. E’ proprio il silenzio ad aumentare la tensione del pubblico in maniera volutamente implicita. Proprio questa tensione sfocia nell’ultimo crescendo, che coinvolge l’intera orchestra, e per la prima volta arriva ad una conclusione frasale, che conclude anche l’intero brano.

Dopo tantissimi applausi il violinista Krylov si è ripresentato sul palco ed ha suonato il suo bellissimo bis che ha suscitato eclatanti emozioni in tutto il pubblico che lo ha applaudito ancora una volta per la sua brillante prestazione ed interpretazione.

Irimescu David, Liceo Musicale Cavour, Torino

Nota di redazione: i ragazzi hanno potuto partecipare e recensire il concento grazie alla collaborazione con Radio Rai Tre;per questa iniziativa ringraziamo Nicola Pedone di Radio Rai 3, l’Auditorium Rai di Torino e l’Orchestra Sinfonica Nazionale del Rai; un ringraziamento particolare a Vincenzo Laterza, webmaster dell’OSNR. Grazie anche ovviamente al Liceo Cavour di Torino e in particolare alla professoressa Maria Antonietta Roma.