Anche quest’anno Portici di Carta, giunto alla sua undicesima edizione, ha ospitato la presentazione del Concorso Letterario Lingua Madre: nato nel 2005, è una competizione che coinvolge le donne straniere residenti in Italia (da sole, in coppia o in gruppo) che, utilizzando la lingua d’arrivo (cioè l’italiano) vogliono raccontare e raccontarsi.  Il neonato concorso ha subito riscontrato un grande successo, ottenendo il sostegno della Regione Piemonte e del Salone Internazionale del Libro di Torino, e in dodici anni ha esplorato diversi linguaggi e forme di comunicazione. “Dal Brasile a Romania, dal Marocco alla Cina, le oltre cinquemila autrici partecipanti hanno avuto la possibilità di rappresentarsi al di fuori degli stereotipi”, afferma l’ideatrice Daniela Finocchi.

L’incontro, intervallato da letture di brani tratti dai racconti selezionati, ha visto come protagonista Sabina Darova, scrittrice e mediatrice culturale. “Venendo in Italia si è insinuato in me un grande dolore”, ha affermato, “pensavo che nemmeno la parola potesse colmarlo”. Con il passare degli anni però si è ricreduta: il mondo letterario, che aveva svolto un ruolo cruciale nella sua vita sin dalla più tenera età, è tornato oggi ad essere parte integrante della sua identità. Interessante è il suo approccio alla scrittura in italiano, passaggio che ha richiesto “un po’ di coraggio”: l’autrice scrive prima in albanese e approda all’italiano in un secondo momento, traducendo il testo originale. “E’ un ponte che ho costruito tra le due culture”, ha detto sorridendo.

Aminata Sow, Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino