In uno dei luoghi più accoglienti e aperti alla solidarietà e alla generosità per il prossimo, Binaria Centro Commensale del Gruppo Abele, nella giornata di sabato 20 maggio, una significativa e dolorosa testimonianza nelle pagine del romanzo “Il coraggio della libertà” di Blessing Okoedion, è entrata profondamente nel cuore del pubblico.

Blessing, una delle poche giovani donne istruite in Nigeria, è laureata in Informatica con l’ intenzione di costruirsi il suo futuro personale e lavorativo a Benin City, fino a quando non incontra una donna di chiesa, la quale le propone un nuovo lavoro nel settore informatico in Italia.

Una volta giunta sul territorio italiano, Blessing incontra un uomo che si appropria dei suoi documenti e dei suoi averi e le fa indossare abiti che non mettono la protagonista a suo agio. Successivamente la giovane donna nigeriana, comprende di essere vittima della tratta di piccole schiave, costrette a vendere il proprio corpo per denaro e la cui dignità viene completamente distrutta, e si ribella, in quanto istruita, esponendo denuncia alla polizia, che sembra sottovalutare la gravità della situazione nella quale è coinvolta Blessing, invitandola a presentarsi il giorno seguente. Ma Blessing, sentitasi sola e abbandonata a se stessa come i suoi connazionali, ignorati dal governo corrotto, responsabile della scarsità di fondi e risorse per il paese, chiede aiuto a un mendicante grazie al quale ella riesce a convincere le forze dell’ordine che decidono di dare Blessing in affidamento a una famiglia di suore nella casa Rut. Inizialmente, la piccola donna africana, per gli inganni e le sofferenze subite, mostrava molta diffidenza nei confronti di quelle signore devote che portavano al collo una collana con la croce; con il trascorrere del tempo, Blessing (in inglese “benedizione”) inizia a fidarsi delle suore, che le insegneranno la lingua italiana e a riprendere in mano la sua vita, sconvolta a causa degli eventi traumatici che l’avevano segnata profondamente.

Blessing Okoedion ha narrato la sua travagliata storia, ascoltata con grande attenzione ed empatia dal pubblico e pronta per essere diffusa e raccontata.

Yasmina Houmi e Hanafi Omaima

Liceo scientifico Primo Levi