“Chi e perché ha fatto uccidere Marielle?”

Questa è la domanda che ancora assilla Mônica Benício, attivista e femminista brasiliana ed ex-compagna di Marielle Franco, consigliera comunale di Rio de Janeiro assassinata il 14 marzo 2018. Un anno e mezzo è passato da quella notte, un anno e mezzo di buio e rinascita, durante il quale Mônica ha viaggiato per il mondo portando il messaggio di Marielle e sollevando una mobilitazione sociale internazionale in favore di esso. Il corpo di Marielle non è stato sacrificato invano, ma è diventato il simbolo della lotta e della resistenza da parte delle minoranze maggiormente colpite dal governo misogino, omofobo e maschilista che il presidente Bolsonaro ha stabilito in Brasile dalla sua elezione nel gennaio 2019. La presenza nel consiglio comunale di Rio di quella donna nera, ragazza-madre, membro della comunità LGBT+, originaria delle favelas, dava fastidio: non sarebbe dovuto essere quello il suo posto, avrebbe dovuto incarnare il ruolo per lei prestabilito di lavoratrice precaria, nell’ombra, magari di colf al servizio delle donne bianche ed emancipate. La giornalista e scrittrice brasiliana Eliane Brum ha utilizzato proprio questo esempio emblematico, quello delle colf nere al servizio dei bianchi, per delineare il profilo della vittima ideale della politica brasiliana attuale, che ha un genere, una “razza” e una classe ben precisa: donna, nera, precaria. Brum ha inoltre precisato quanto sia importante lottare contro la “dis-memoria” provocata dalla riscrittura negazionista della storia che Bolsonaro sta portando avanti, nel tentativo di cancellare i crimini e le violenze della dittatura; crimini che, peraltro, vengono attualmente riportati alla luce con i recenti omicidi degli attivisti come Marielle e con l’insabbiamento delle indagini da parte del governo. Ma dimenticare non si può, e il Brasile continuerà senza sosta a lottare per la democrazia, per portare al centro quelle periferie nelle quali sono state relegate le persone come Marielle e per risorgere dalle macerie d’odio dalle quali sta venendo sepolto.

Margherita Baldazzi