Ripercorrendo la storia del nostro Paese, ci si accorge di come gli italiani abbiano poco cara la propria libertà. O meglio, hanno caro un certo tipo di libertà, che Corrado Augias definisce “una libertà-abuso”, cioè il deleterio ”faccio quello che voglio”.

Il suo nuovo libro, presentato oggi al Salone, cerca di rintracciare i fattori storici, geografici e sociali che hanno portato l’Italia ad essere un “paese di sudditi e cortigiani”. Augias pensa che la libertà debba essere conquistata faticosamente con il comune e continuo sforzo quotidiano, poiché “non c’è tiranno se non ci sono sudditi che sono disposti a farlo diventare tale”.

Gli italiani esercitano la libertà nel modo peggiore, indebolendo gli altri, mentre è necessaria una concordia di fondo per riuscire a sentirsi parte integrante della società.
“Bisogna amare l’Italia con orgoglio di Europei e con la malinconia di esuli in patria” . Queste le parole di Gobetti con cui l’autore  riconosce il  ruolo fondamentale dell’Unione Europea nel momento di crisi che stiamo attraversando.

È importante evidenziare come nel nostro Paese manchi una concezione condivisa di identità nazionale, a causa del peso del nostro passato.
Il Bel Paese si è sempre limitato ad essere sfondo degli avvenimenti storici e politici, senza mai aver trovato lo “slancio” che sarebbe necessario per costruire una memoria condivisa.
Augias rivolge il suo appello soprattutto ai giovani, affinché non falliscano, come le precedenti generazioni, nella conquista dell’identità nazionale e della libertà.

Irene Camerani, Marta Diolaiti, Luca Mazzoni, Sara Porta