“Il traduttore è lo psicanalista dello scrittore.” Così l’autore Daniel Pennac definisce chi fa questo mestiere, o quasi. Infatti lui stesso ha affermato alla conferenza “lo scrittore e il suo doppio”, tenutasi nell’Aula Professionale nella trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che ad aver emanato questa citazione non sia stato lui ma un partecipante a una delle sue conferenze.

La conferenza ha trattato del rapporto che lo scrittore ha con i suoi traduttori tramite un’intervista di Ilide Carmignani rivolta a lui e alla sua traduttrice italiana Yasmina Melaouah. Il rapporto che è emerso tra i due collaboratori si è rivelato di stima reciproca. Pennac, infatti, definisce la sua traduttrice strepitosa per il fatto che riesca sempre a cercare il senso profondo delle sue metafore, che lui vede come un’evocazione e non come una semplice immagine. Per la capacità di fare ciò Pennac sostiene che la traduzione sia una forma di creazione in quanto una metafora vada estrapolata e ricostruita. L’autore aggiunge che un’altra difficoltà nella traduzione del francese è legata alla presenza degli argot: tipo di linguaggio con l’intento di escludere gli estranei dalla comunicazione. Yasmina ha risolto questo problema di traduzione degli argot  lavorando sulle varietà regionali dell’italiano e utilizzando tutte quelle parole denominate da lei “marginali”, ma senza ricorrere all’uso dei dialetti come sono soliti fare i traduttori.

La complicità tra i due non è dovuta solo ai vari anni di collaborazione, ma anche al fatto che Yasmina, come da lei affermato, non veda le traduzioni più difficili e disparate dell’autore come un peso ma anzi si senta sostenuta da esse.

Pennac quindi ,oltre che dal punto di vista professionale , ha anche un rapporto affettivo con Yasmina e allo stesso modo con altri collaboratori e traduttori di tutto il mondo. Anche per questo l’autore  ricorda la recente scomparsa del caro amico e traduttore spagnolo Manuel Crespo, descritto come un colosso nel suo mestiere.

Daniel Pennac si distingue non solo per l’atteggiamento simpatico e carismatico che ha verso il pubblico e gli amici, ma anche per le idee brillanti e particolari come lo sono quelle del suo ultimo progetto: la creazione del “dizionario delle parole inesistenti”, per tutte quelle parole che non esistono in francese ma che nelle altre lingue hanno addirittura più modi di dire.

Rebecca De Bortoli e Giulia Boffa

Liceo Classico VittorioAlfieri