In una gremita Sala Rossa, al Salone Internazionale del Libro, il professor Massimo Cacciari ha dibattuto dal punto di vista filosofico l’ultimo libro di Federico Vercellone “Il futuro dell’immagine”. Un libro che spazia da Platone (immagine come forma dell’apparenza) al più attuale terrorismo, passando per Dante, per il concetto stesso di futuro che, appunto, ci risulta essere solo un’immagine. Ed il dibattito si è subito acceso: Cacciari ha insistito sul fatto che del futuro noi possiamo avere solo idee, immagini e che quindi per far ciò l’arte è qualcosa di fondamentale. Bisogna allontanarci dall’iconoclastia che ha caratterizzato il nostro mondo tempo fa. Ormai viviamo in una realtà fatta di immagini, il supporto dell’immagine oggi è qualcosa di insostituibile: la tecnologia, il progresso scientifico e tecnologico, sono tutte immagini con cui noi ci rapportiamo e molto spesso ci identifichiamo in queste. Un intervento lungo ed interessante, seppur difficile, come dichiarato dallo stesso professore, che ritiene che “questo libro può risultare particolarmente interessante per chi fa arte, per chi di questa fa il mezzo dell’immagine”. E’ poi intervenuto lo stesso Vercelloni, che invece si è più soffermato sull’aspetto contemporaneo e attuale di quello che sono le immagini. “Le varie tecnologie che noi usiamo quotidianamente, dallo smartphone al pc o al tablet” spiega l’autore “sono tutte nuove immagini che a differenza di un tempo, interagiscono con noi. Noi chiediamo e loro ci rispondono. Come dice Cacciari è facile identificarsi in qualcosa di queste. Ed è così che nascono i club, che nascono i gruppi. Bandiera contro bandiera. Che poi possono degenerare nell’attuale terrorismo. Riconoscersi troppo in un’ideologia e chiudersi in questa. Ecco come.” Per questo appunto è importante non estremizzare quello che, in sostanza, dovrebbe essere solo un concetto. Disfarsi dunque di questa istanza è al centro dell’opera di Vercelloni.
Lorenzo Mollo, Rebecca De Bortoli.
Liceo Classico Vittorio Alfieri.
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