Cuba: prime impressioni post-riapertura dei rapporti con gli Stati Uniti dopo mezzo secolo.
Sono intervenuti a proposito di questo argomento, al Teatro Comunale di Ferrara, Alcibiades Hidalgo, ex consigliere di Raul Castro, Mauricio Vicent Mulet, giornalista de “El Pais”, e Rafael Rojos, scrittore del libro “La storia minima della rivoluzione cubana”, intervistati dal giornalista Omero Ciai.
L’incontro è iniziato con la domanda agli invitati a proposito delle loro prime impressioni riguardo alla riapertura dei rapporti diplomatici tra due Paesi che un tempo erano nemici. L’ambasciatore cubano dell’Onu, Hidalgo, esordisce dicendo che la reazione del popolo cubano è stata di grande sorpresa, ma già da tempo ci si aspettava una mossa del genere da parte del Presidente Barack Obama, che nel suo programma presidenziale la aveva annunciata. Da un anno a questa parte, infatti, proseguivano negoziati segreti tra i due governi. la notizia è stata annunciata il 17 dicembre 2014, contemporaneamente nei due Paesi.
Gli invitati affermano che è già possibile percepire il cambiamento: c’è una maggiore libertà per quanto riguarda il turismo, le telecomunicazioni e il commercio. Vi sono inoltre maggiori margini per l’iniziativa privata, in un Paese in cui vigeva il monopolio di Stato e la struttura statale è ancora molto rigida; nonostante ciò il popolo cubano ha grandi aspettative sul cambiamento in atto. La grande sfida di Cuba sarà quella di superare le divergenze sociali ed economiche che saranno sempre più importanti. Ma tanto altro ancora dovrà cambiare: il governo cubano pretende che gli Stati Uniti annullino l’embargo e successivamente che li rimborsino dei danni causati da quest’ultimo. Toccherà al Congresso decidere se togliere l’embargo definitivamente, la decisione, infatti, non spetta al Presidente Obama. In cambio il governo statunitense pretende che gli vengano restituite le proprietà requisite durante la rivoluzione cubana.
Raul Castro ha introdotto molte riforme innovative e si è rivelato più pragmatico e meno mediatico rispetto a Fidel, sebbene sia ancora molto legato alla politica del fratello, basata sulla censura della stampa e la repressione dei diritti umani. Ma quale sarà il futuro dell’Havana? Raul Castro ha già dichiarato che nel 2016, in occasione del Congresso del Partito Comunista cubano, si ritirerà dalla politica. La domanda sorge spontanea: a chi verranno lasciate le redini dello Stato? A proposito di ciò si è espresso il Papa in occasione della sua recente visita a Cuba, dicendo che l’era dei gruppi e delle dinastie è finita ed è subentrata quella del dialogo e dell’apertura.
Sofia Benini e Anna Rudino
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