“La scrittura permette di maneggiare telescopi e microscopi. Scrivere un libro significa aprire una finestra su qualcosa di lontano o mettere ordine in quello che hai dentro“. Riferendosi a un periodo della sua adolescenza, Marco Magnone, proprio con queste parole, ha spiegato in modo particolare cosa significasse per lui la scrittura. Per Tommaso Percivale scrivere vuol dire raccontare una storia; la passione per la scrittura nasce per Fabio Geda da un concorso letterario, vinto quando era ragazzino.
I tre autori hanno condiviso un’ora con il pubblico dei ragazzi dell’Arena Bookstock, presentando il secondo capitolo della saga ucronica Berlin e il libro di fantascienza Human. L’argomento che ha unito questi due racconti è stato il domani che verrà?, cioè un tentativo di portare un cambiamento nella letteratura di genere nel nostro Paese. Berlin è un romanzo ambientato nella Berlino del 1978, decimata da un virus che ha reso unici superstiti i ragazzi dai 16 anni in giù, organizzati in gruppi corrispondenti ai quartieri della città; Human, che invece intreccia la fantascienza con altri generi, vede come protagonista un androide di nome Cassandra, costretta a vivere in una società divisa tra robot e umani. La caratteristica che accomuna i due romanzi è la presenza di una continua ricerca di umanità da parte dei personaggi.
Rispondendo alle curiosità dei lettori, Marco e Fabio hanno rivelato le fonti di ispirazione che li hanno portati a scrivere la saga ucronica: Il signore delle mosche di William Golding e altre saghe statunitensi. Percivale invece si è ispirato all’ idea che le macchine potessero avere un’anima; ha anche annunciato la pubblicazione in autunno del sequel di Human.
Il pubblico ha seguito con partecipazione e interesse l’incontro, che gli autori hanno saputo condurre in modo coinvolgente trasmettendo il loro entusiasmo per la lettura.
Benedetta Casella e Alice Lomonte, scuola media Caduti di Cefalonia
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