Riceviamo e pubblichiamo il resoconto di un importante progetto di adozione dell’edizione 2013. Sotto trovate la testimonianza di una studentessa che ha partecipato al progetto. Potete scaricare l’articolo de La strada, il mensile locale che racconta il progetto. E trovate anche la testimonianza di uno studente ristretto
La Redazione e Adotta uno scrittore – Salone internazionale del Libro di Torino ringraziano la scuola e la Professoressa Rossella Scotta e tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto .
DALLA CASA DI RECLUSIONE “MORANDI” DI SALUZZO
Ecco il resoconto di un’esperienza ALTAMENTE EDUCATIVA che ha coinvolto 3 attori: UNO SCRITTORE – UN CARCERE – UNA SCUOLA.Un sincero GRAZIE agli organizzatori del SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO E ADOTTA UNO SCRITTORE, AMARA LAKHOUS da parte degli studenti ristretti e non, della rete dei docenti, dei volontari e degli operatori penitenziari.
Quando si vive sulla propria pelle un’esperienza che non si pensava si sarebbe mai provata, ci si sente più vicini a esistenze a noi apparentemente lontane, a persone sconosciute che in realtà sono più simili a noi di quanto si possa pensare, a situazioni a cui spesso si guarda con ingiustificata diffidenza. Questo è quanto la mia classe, un gruppo di ventidue ragazzi che stanno iniziando ad affacciarsi al mondo degli adulti, ha provato varcando la soglia della Casa di Reclusione Morandi , un luogo non molto conosciuto benché situato nei pressi della città che ogni giorno ci ospita. Una curiosa agitazione ci pervade mentre percorriamo i corridoi, scrutati da visi ignoti dietro le sbarre. Oggi è un giorno speciale per questi ragazzi: lo scrittore Amara Lakhous è stato “adottato” dall’Istituto, di cui anche loro fanno parte, essendo studenti del Liceo Artistico, e parlerà a noi insoliti spettatori della sua esperienza di immigrato e del suo romanzo Un pirata piccolo piccolo. L’argomento sembra interessare molto i nostri compagni, i quali prendono spesso la parola, alternando profonde riflessioni a interessanti scambi di opinione, spesso in modo ironico e sempre pacato. La timidezza, l’inesperienza, ma anche la sorpresa nel riscontrare tra questi sconosciuti studenti una profonda dedizione al Progetto non ci permettono di esprimerci altrettanto brillantemente, ma fortunatamente per noi questo non sarà l’unico incontro che avremo a disposizione per confrontarci. Appena venti giorni più tardi, infatti, ci ritroviamo davanti al cancello che tanto ci aveva intimoriti la volta prima con foglietto degli appunti alla mano, ma questa volta riusciamo ad affrontare l’intero percorso con maggiore sicurezza e una sorta di inaspettata familiarità. Una volta sistemati, inizia un divertente scambio di battute che prosegue per tutto l’incontro. Questa volta tocca a noi parlare e, mettendoci nei panni dei personaggi di Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio, riusciamo a strappare delle sonore risate ai presenti. Nonostante l’ansia da prestazione palpabile sui nostri volti, il clima si distende, tanto che, scaduto il tempo a disposizione, ci si saluta un po’ malinconicamente sperando in future occasioni di ritrovo. All’uscita l’entusiasmo che prima era stato sovrastato dalla timidezza esplode e ci coglie una profonda sorpresa ripensando ai nostri compagni, che ci hanno fatto sorridere e riflettere, ma anche imparare grazie alla loro semplicità e all’umiltà con cui hanno affrontato la situazione, con sete di conoscenza e di cultura.
Stefania Costamagna classe II LA I.I.S. “Soleri-Bertoni” di Saluzzo
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