Si ricomincia

Il primo incontro dei ragazzi di Bajani per l’edizione del salone del Libro di quest’anno si è tenuto, come è ormai consuetudine, nella sala di vetro della Fondazione per la Musica e il Libro in via santa Teresa. La nuova generazione si è incontrata con le due vecchie generazioni e lo scrittore alle 15.30. Dopo la presentazione dei ragazzi e del lavoro di quest’anno, che sarà nuovamente cercare di descrivere uno spaccato di realtà attraverso neologismi inventati dalle giovani menti che vivono questa medesima realtà, si è cominciato il lavoro.

 

Le parole di Luca

Ogni nuovo arrivato aveva il compito di portare cinque nuove parole che esprimessero un concetto ancora innominato. Luca ha aperto le danze con le sue cinque parole che sono: Librocotto ovvero il successo negli ultimi tempi dei libri di cucina; Praecarium Vitae, condizione che si ritrovano a vivere i lavoratori che esercitano con contratti precari per tutta la vita; Mayaevento, indica *testo mancante*; il Facesip, ovvero il gossip attraverso i Social Network; e il Wi-Fi Trainer, cioè l’illusione che certi videogiochi danno di fare esercizio fisico.

Cucina dappertutto

La discussione è partita analizzando la parola Librocotto: Andrea è partito notando che ora si sente parlare di cucina dappertutto, dalla televisione, con i classici programmi culinari, alla politica, fatto però non tanto percepito fra i giovani. É stata ripresa la questione del successo dei libri di cucina, e Angelica diceva che il problema non è tanto che si comprino molti libri di cucina, ma piuttosto che si comprassero i libri della Parodi invece di quelli del Cucchiaio D’Argento, Alice allora ha lanciato un allarme, dicendo che si vendono più libri “frivoli” e di poco spessore piuttosto che libri più profondi.

 I “libripanettone”

Francesca non trovava nulla di male nel fatto che la gente comprasse libri più leggeri, e con Beatrice non trovavano il dato preoccupante. Nejma allora ha attribuito il successo ai libri di cucina alla maggiore accessibilità, e alla migliore visibilità. Alessandra ha tirato fuori una nuova parola parlando di Libripanettone, facendo un collegamento con i già noti cinepanettoni, per descrivere un prodotto di massa e che fa cassa.


I ragazzi e la politica

La discussione poi è sfociata verso la politica e in particolare la visione che i ragazzi avevano di essa, Andrea ha chiesto se la politica fosse seguita dai ragazzi, individualmente o se ne parlassero in casa, ed è uscito che sia Luca che Nejma sono due appassionati di politica. La conversazione è poi virata su un altro argomento, le librerie. Andrea ha  chiesto se i ragazzi avessero notato qualche cambiamento nelle librerie di oggi rispetto a quelle di un po’ di anni fa. Loro hanno risposto dicendo che nelle librerie si percepisce una sorta di classifica nella disposizione dei libri, è stato poi fatto notare che le librerie di oggi non vendono solo libri ma anche gadget e sovente addirittura biscotti o generi alimentari, non è rara neanche la presenza di una caffetteria.

Nuove proposte: da “rivoltnet” a “eterofrustraziopatire”

Il tempo tiranno ha impedito si potesse approfondire oltre il discorso, e si è fatto un giro veloce di altri neologismi proposti. La parola di Denise, Disimpressionisti che poi è diventata Disimpressionismo, ovvero l’assuefazione indotta dai media a episodi di cronaca nera, anche particolarmente cruenti, ha avuto immediato successo; Francesca ha proposto di trovare una parola sul concetto del volere tutto o molto grande (macchina, case, ecc…), o molto piccolo, senza mezze misure; Irene ha avanzato la paura del nuovo e il contrasto che c’è fra tradizione e innovazione; Nejma ha proposto la parola Rivolnet cioè la rivolta, o la rivoluzione, attraverso il web ed in particolare i Social Network, portando come esempio la Primavera Araba; Beatrice ha inventato, isirata dai suoi professori, l’Eterofrustraziopatire, che significa il dover subire, la frustrazione e la rabbia di qualcun altro senza esserne coinvolto; Angelica ha poi dissotterrato un concetto dell”anno passato con la parola Neomodismo che indica il volere sempre qualcosa di nuovo, e  ha aggiunto anche Vincolofobia, la paura di stringere legami.

Eteriderio, il desiderio di essere altro

Dulcis in fundo Martina ha proposto Eteriderio, la volontà di essere qualcun altro, Exiderio, la volontà di essere altrove e Logofobia, la paura di parlare e di sbagliare o essere giudicati.

di Sofia Ferrara, scuola Vincenzo Gioberti