L’appuntamento è il giorno seguente, venerdì, in Fondazione. Ci concediamo una piccola riflessione sulle tre parole già trovate, DELTA, TANGRAM e PELLE. La più debole è DELTA, che non convince ancora la maggior parte dei ragazzi, che sostengono: “Ci piace l’idea, il concetto che si porta dietro; quel DELTA che segna la fine di un fiume, insieme di affluenti, che si dividerà. Tutti si affidando al GRANDE FIUME, tutti si rincongiungono ad esso, portandosi dietro anche i detriti. Ma è la parola, che ancora non ci piace !”Andrea arriva in aiuto e ci consiglia di “isolare”. Ad esempio: in “CONFLUIRE”, si presentano due concetti, cioè «CON» e «FLUIRE».

Delta come fonte di altre parole

Ed è isolando i concetti di un fiume e del suo DELTA, che arriviamo a NONOSTANTE.
-“Nonostante le montagne, il fiume continua a scorrere e arrivare alla sua diramazione a delta o istuario”;
-“Nonostante ogni paese europeo sia autonomo, nonostante esistano diverse lingue e culture, l’Europa C’È, ESISTE. Noi SIAMO Europa”.
Ebbene si, NONOSTANTE ci piace eccome, anche se implica sia negatività che positività. É una parola costruttiva e -“dal punto di vista percettivo, è sentito il bisogno di superare un ostacolo.

Ragionare sulla lingua

Andrea sostiene che gli aspetti linguistici e monetari, rispetto all’Europa, siano elementari ed in qualche modo scontati. Concentriamoci piuttosto sulla lingua e sul suo valore.
Bisogna trovare quella parola che descriva le differenze linguistiche in Europa.
-“Che ne dite di BABELE?- suggerisce Andrea- “Individuerebbe un lato sarcastico riguardo al fatto che le persone non si capivano. Come se fosse una sorta di distuzione con mano proprio, un modo per prendersi in giro tra gli stessi uomini”. Ma BABELE non si vedrà poi protagonista della cinquina di parole, ma è comunque un primo passo verso una parola capace di riflettere sulla lingua.