Come spesso capita nella vita, appena cominci a provare gusto nel fare una cosa ti tocca smettere. L’ultimo incontro con i ragazzi della terza F è stato di sicuro il più interessante. Innanzi tutto, abbiamo parlato del libro scelto dalla classe. Contrariamente alle attese, “Fight Club” ha perso la battaglia, sconfitto dalla torbida adolescente berlinese “Christiane F.”
La sua parabola discendente segnata dalla droga e dalla prostituzione ha battuto anche il viso bello e dannato di Brad Pitt.
Ricordo che quando facevo il liceo, più o meno nel periodo in cui i rettili dominavano la terra, la nostra insegnante ci portò a vedere la versione cinematografica dei “Ragazzi dello zoo di Berlino”. E anche mia moglie, che ha nove anni meno di me, ha dovuto leggere il libro durante le vacanze estive e poi compilare alcune non meglio identificate schede di lettura per la ripresa delle lezioni.
Morale: Christiane è imbattibile. Solo qualche Calvino resistenziale o il sempiterno Holden Caulfield possono reggere il confronto.
Inoltre sono arrivati i primi racconti realizzati dagli studenti e li abbiamo letti in classe durante la seconda ora, utilizzandoli per capire meglio il mestiere dello scrittore. Tutti hanno accettato di far conoscere i propri lavori ai compagni e, visto che la discussione era animata, abbiamo deciso che il tempo a nostra disposizione era troppo poco, per cui continueremo questa esperienza anche oltre la giornata conclusiva al Salone.
Dopotutto, quando ti adottano è per sempre, no?
Pierpaolo Vettori
Qualche anno fa, visitando autonomamente il salone del Libro, mi sono intrufolata tra il pubblico dell’incontro conclusivo di “Adotta uno scrittore”. Ascoltare i racconti e i commenti degli autori intervenuti mi ha entusiasmato a tal punto che mi sono ripromessa: “Quando avrò una classe di scuola superiore tutta mia, per tutto l’anno scolastico, vorrei farla partecipare”.
Essere in Sala Gialla, lo scorso 12 maggio, con la mia classe (o meglio con il gruppo misto di studenti dell’ITC e del Liceo Scientifico di Valenza, un gruppo numeroso e un po’ caotico, un via vai di volti nuovi, cambi e sostituzioni, di arrivi in ritardo e uscite anticipate causa interrogazioni), al di là delle ripercussioni sui ragazzi, del loro indice di gradimento, delle impressioni positive o negative, è stato per me, innanzitutto, un puro atto egoistico: la realizzazione di un mio sogno.
Ringrazio pertanto tutti per averlo reso possibile. In primo luogo lo staff di “Adotta uno scrittore” per aver scelto me e la mia scuola (un piccolo aneddoto: la notizia mi è arrivata come regalo proprio il giorno del mio compleanno!), e poi per la disponibilità, la tempestività e l’efficienza nel coordinare gli eventi e nel trasmettermi le informazioni, anche inseguendomi quando sono stata poco solerte o troppo approssimativa nel rispondere.
Grazie, poi, al nostro scrittore, Riccardo Gazzaniga, per le trasferte a Valenza e le giornate di ferie sacrificate per venire a trovarci, per la semplicità di atteggiamento e di linguaggio, per l’apertura al dialogo con i ragazzi, per le sollecitazioni e gli spunti di riflessione che ci ha offerto attraverso i libri, e per essersi sottoposto, su richiesta degli studenti, alla lettura di un testo che di sua iniziativa non avrebbe scelto.
Grazie anche alle colleghe del Liceo Scientifico, Maria Teresa Gioanola e Graziella Bassi, per essersi aggregate a me in questa avventura, per lo spirito di amicizia e di collaborazione che ne è scaturito, per la competenza ed efficienza con cui hanno compensato la mia inesperienza nelle fasi organizzative, per essere state un punto di riferimento.
Grazie, infine, agli alunni che hanno accettato la proposta, il lavoro, la sfida: senza il loro “sì”, senza la loro curiosità e il loro impegno, non saremmo andati da nessuna parte.
Combinazione, è stata la prima esperienza di “Adotta uno scrittore” sia per me sia per il nostro autore. Ci sono stati, quindi, momenti di impasse e di silenzio, situazioni che ci hanno preso alla sprovvista, errori o mancanze dovuti all’ingenuità. Tante cose avrei/avremmo potuto organizzarle meglio: la creazione del gruppo-classe, la sollecitazione dei ragazzi al dialogo, la gestione degli aspetti logistici e burocratici. Ma il confronto conclusivo con gli altri gruppi-classe e rispettivi scrittori mi lascia, soprattutto, tanti stimoli interessanti, tanti spunti per nuove attività, tante idee che mi piacerebbe sfruttare in futuro, in un’altra edizione di “Adotta …” (non si sa mai!) o semplicemente nel mio lavoro di insegnante.
Il bilancio finale è quindi più che positivo: esco arricchita ma anche divertita, carica di entusiasmo, desiderosa di rimettermi in gioco, di riprovarci ancora per cercare di migliorare e migliorarmi. Se avessi un’altra possibilità, se si ripresentasse l’occasione, parteciperei di nuovo più che volentieri!
Parlo per me, ma spero di farmi anche un po’ portavoce dei pensieri e delle emozioni degli altri; spero che anche le colleghe e il nostro scrittore possano affermare altrettanto.
PS: Lancio una proposta, forse provocatoria, forse utopica e irrealizzabile, agli organizzatori. Avete mai pensato di estendere il progetto alle scuole medie? Pretendere che ragazzini di quell’età si preparino sulla lettura di tre libri forse è troppo. Però li si potrebbe “catturare” e magari avvicinare al mondo dei libri raccontando loro la trama di qualche romanzo, o leggendo ad alta voce, in maniera teatralizzata, qualche racconto o brano; oppure, si potrebbe stimolare e scoprire qualche talento coinvolgendoli in qualche semplice prova o gioco di scrittura creativa. I ragazzi delle scuole medie (da insegnante precaria ho lavorato anche con loro) sono certamente più infantili e immaturi rispetto a quelli delle superiori, ma sono più spontanei e, se “accesi” nei loro interessi, si lasciano coinvolgere più facilmente e palesano senza filtri i loro entusiasmi, Io credo che un’esperienza, un incontro di questo genere potrebbe rivelare delle belle sorprese, interessanti e divertenti ad un tempo, sia per i ragazzi sia per gli adulti. Certo, bisognerebbe trovare autori disponibili; e sono consapevole che un progetto di questo genere comporterebbe un surplus di lavoro per gli organizzatori … Io getto comunque l’esca; a voi, ovviamente, giudicare …
Grazie ancora a tutti!
Silvia Oppezzo, prof. dell’ITC “Noè” di Valenza (AL).
Grazie a Lei Silvia, questa sua lettera è talmente bella che, se consente, la pubblico nella sezione dedicata ai commenti delle scuole. Fino a pochi anni fa il progetto coinvolgeva anche le scuole medie, non tantissime ma qualcuna era presente. Non che non funzionasse ma forse era più complicato, anche per gli autori, e megli ultimi anni il Salone si è concentrato sulle scuole superiori. Forse dobbiamo pensare ad un progetto più adatto alle medie ma molto simile ad Adotta. Cerco qualche link sulle edizione con le medie e li condivido qui. Un saluto, Augusta
Grazie a lei, Augusta, per questo apprezzamento!
Certo, consento volentieri!