Medici Senza Frontiere, abbreviato in MSF, come è noto è un’organizzazione non- governativa che si occupa di portare un aiuto pratico nelle zone del mondo più bisognose, che talvolta mancano di tutto. Per raccogliere fondi, in accordo con la casa editrice Feltrinelli, MSF ha pensato di coinvolgere scrittori e giornalisti, proponendogli di visitare una destinazione, a loro, quasi del tutto ignota. Una scelta coraggiosa indubbiamente e che ci raccontano Paolo Giordano, la giornalista brasiliana Eliene Brum e quella turca Esmahan Aycol. Inizia Giordano, raccontando di essere “veterano” dell’iniziativa, essendo già alla seconda esperienza. Nella prima era stato a Brazzaville, capitale del Congo, mentre nella seconda in Bangladesh. La partenza verso mete sconosciute, ma sicuramente povere del mondo, dà l’opportunità di potersi mettere in gioco, fattore fondamentale per questo mestiere.
L’opportunità di partecipare a questi due progetti lo ha aiutato anche nella scrittura. Il viaggio in Bangladesh è stato particolarmente forte, in quanto la capitale,Dakka, sembra la quintessenza del caos, dell’inquinamento e per questo non gli è piaciuta per niente, mentre l’immagine della campagna è assolutamente l’opposto, addirittura “rigenerante”, a detta di Giordano. Queste sensazioni Giordano le ha trasferite anche nel suo racconto, dove l’immagine turistica stride fortemente con quella umanitaria.
Per Eliene Brum hanno scelto invece la Bolivia: svuotandosi di qualsiasi preconcetto, la Brum ha capito che in realtà non conosceva affatto quel paese, mentre grazie alla missione di MSF è riuscita a comprenderlo nel profondo.
La storia che ha deciso di narrare nel suo racconto è molto forte: parla di una bambina di 11 anni, Sonia (di cui lei ad oggi non sa più nulla). Sonia, come tutta la sua famiglia e molti altri boliviani, potrebbe essere punta da un insetto, il barbero. Il liquido é altamente velenoso e per questo quasi la metà di chi è stato punto muore nel giro di pochi mesi. Sonia ha un confronto quotidiano con la morte, perché sa che potrebbe essere punta da un momento all’altro. La Brum non riesce a dimenticare la frase che le disse Sonia “non lasciarmi morire” tanto da non dormire più la notte.
Medici Senza Frontiere ha provveduto ad una cura, ma purtroppo ad oggi risulta insufficiente.
La Brum ha raccontato la storia di Sonia e molte altre tragiche storie nella speranza di farle conoscere al mondo e che il suo incubo diventi in qualche maniera anche il nostro.
Esmahan Aykol ha viaggiato in Africa, in Malawi (l’Africa dal viso sorridente). La giornalista racconta la storia di una borsa di Marc Jacobs che compie questo viaggio e finisce in un negozio di seconda mano africano:viene comprata da una dottoressa di MSF che la porta con sé tutti i giorni al lavoro.
La Aykol ha sottolineato come abbia percepito una sensazione del tutto diversa dagli altri paesi visitati e come, nonostante la povertà e le malattie, si abbia la forza di sorridere.
Sosteniamo Medici Senza Frontiere…il futuro di Sonia può dipendere anche da noi!
Sara Hamado – Liceo Classico L. Ariosto- Ferrara
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