Subito parte un fragoroso applauso nella sala gialla: è entrato Dino Zoff. Il grande portiere del Napoli, della Juventus e della nazionale italiana presenta il suo libro “dura solo un attimo la gloria“, un’autobiografia che parte dalla figura della nonna e arriva alla sua esperienza come allenatore. Ad accompagnarlo e a porgli le domande c’è Mario Calabresi, direttore della Stampa.
Interrogato da Calabresi, Zoff comincia descrivendo i suoi problemi di ragazzino fisicamente troppo piccolo che, grazie alla nonna e alla sua dieta a base di uova, l’ha aiutato nel suo percorso di crescita fisica e professionale, come figura di riferimento.
Si è poi soffermato sul ruolo del portiere, da lui definito il più atipico poichè nella partita ha tempi morti, prende la palla con le mani e ha una pressione enorme, e sul modo di allenarsi, che deve essere fondamentale per la crescita di un atleta.
Ha inoltre citato Torino come la città che gli è rimasta nel cuore e a cui è rimasto più fortemente legato.
Dino Zoff ha dunque presentato il suo libro e la sua vita, smentendo l’opinione di persona poco loquace e solitaria che gli ruota attorno.
Gabriele Fabris, Federico Albert
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