Si è discusso del problema della disuguaglianza nella società moderna durante l’incontro “Disuguali” di Internazionale Ferrara 2020-2021 tenutosi sabato 16 gennaio in diretta streaming, che ha visto la partecipazione dell’economista Stefano Zamagni e della giornalista spagnola Laura Serrano-Conde,
“La pandemia ha evidenziato il problema in Italia?” E’ questa la prima domanda rivolta dal moderatore Alessandro Lubello al professore.
“Oggi più che di pandemia bisognerebbe parlare di sindemia”. L’etimologia di questo termine, dal greco σύν, “insieme”, evidenzia il fatto che attualmente il virus non è l’unico responsabile di quanto sta accadendo. Il coronavirus, spiega infatti il prof. Zamagni, ha colpito in modo eterogeneo le varie classi sociali e di conseguenza il problema della disuguaglianza influisce anche sul numero di infezioni.
Per poter ridurre le disparità nel futuro, uno dei fattori più importanti è forse quello di limitare il cortotermismo, andando oltre la tendenza politica di pensare solo e soltanto alle preoccupazioni nel breve termine e “dilatando i propri orizzonti”. Un esempio significativo è rappresentato da “A world at risk”, rapporto stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2019, in cui si richiedeva di intervenire in ambito sanitario in previsione di una imminente pandemia a tutti i governi. Questi però non hanno preso alcuna precauzione, e infatti, come si è visto nelle prime fasi dell’emergenza, il problema maggiore è stata la carenza di mascherine e di altri dispositivi sanitari. La pandemia può essere considerata quindi uno stimolo per portare avanti la lotta contro le disuguaglianze perché, come per quella che stiamo vivendo è necessario riuscire a pensare oltre l’immediato presente, anche per quelle future bisogna essere lungimiranti.
Laura Serrano-Conde condivide la posizione dell’economista approfondendo la situazione che meglio conosce, quella spagnola. In primo luogo, spiega, hanno risentito della epidemia le categorie di lavoratori legate al turismo e alla ristorazione, nonché i precari, i giovani, le donne e i migranti. Quest’ultimi, in particolare, sono maggiormente soggetti al contagio. Non potendosi permettere di perdere il lavoro sono infatti costretti, nonostante il rischio, a utilizzare i mezzi pubblici e a continuare i contatti quotidiani.
Come in Italia anche in Spagna, sottolinea la giornalista, il governo ha attuato una serie di provvedimenti per aiutare le fasce di popolazione più in difficoltà, quali l’aiuto agli autonomi e alle aziende più colpite e il divieto di licenziamento. In più, a differenza del nostro Paese, è stato varato il divieto di sfratto.
Per combattere le disuguaglianze, conclude infine il professore, il fattore decisivo di trasformazione è legato allo Stato e alla consapevolezza di tutti. “Oggi i partiti non fanno più cultura” racconta infatti “sono soltanto un momento di aggregazione elettorale”. Ma la società civile viene prima del mercato e dello Stato ed è necessario che questa venga “acculturata”. Con l’aumentare del divario tra i diversi gruppi sociali si accrescono le tensioni fino alla pericolosa sovranità di una sola di queste con il rischio di minare la stabilità dello Stato.
Se si vuole preservare la democrazia è dunque necessario garantire le uguaglianze.
Sofia Mazzaglia, Chiara Flori, Vladyslav Compagnucci
Liceo Ariosto, Ferrara
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.