Le disuguaglianze affliggono da tempo le persone in ogni parte del globo, spesso limitando le libertà dei singoli individui, ma spesso vengono confuse con la povertà. Approfondiscono questo argomento in diretta streaming Stefano Zamagni, professore di economia all’università di Bologna, e Laura Serrano Conde, giornalista spagnola, con l’introduzione di Alessandro Lubello al festival “Internazionale” della città di Ferrara sabato 16 gennaio.

Molte persone pensano che disuguaglianza e povertà siano la stessa cosa.
Si tratta invece di due fenomeni diversi: la povertà, per definizione, è costituita dall’insieme di individui che possiedono meno di due dollari al giorno da dedicare ai beni di prima necessità, mentre la disuguaglianza è caratterizzata dai fattori che distinguono un gruppo sociale dall’altro.
I più colpiti dalle differenze sono coloro che hanno una cultura o una religione diversa rispetto al luogo in cui si trovano, ma le donne di qualsiasi etnia sono spesso svantaggiate socialmente, politicamente ed economicamente. Questo fenomeno prende il nome di “disuguaglianza di genere”. Una delle conseguenze a questo fenomeno è il divario che subiscono a livello lavorativo, dove guadagnano mediamente il 20% in meno rispetto allo stipendio medio di un uomo con pari età e prestazioni.
Laura Serrano Conde sottolinea come questo accada in tutti gli stati europei e non, approfondendo la situazione spagnola, aggravata dalla corrente epidemia: le lavoratrici perdono il proprio impiego più facilmente rispetto ai colleghi maschi e fanno più fatica a trovare un nuovo lavoro.
Nonostante tutto, le donne al vertice in Spagna sono di più rispetto alle italiane o alle leader europee in generale, pur restando in quantità esigue. La percentuale europea del genere femminile ai piani alti è del 30%, quella spagnola la supera arrivando al 33%, l’Italia invece si classifica inferiore alla medie, con il 27%.
Le cause di queste ingiustizie sono secondo il prof. Zamagni strutturali, cioè radicate in quello che è il sistema della nostra società. É infatti nell’interesse del capitalismo mantenere la società sbilanciata, risparmiando milioni sugli stipendi delle impiegate.

 

Eva Laura Giacomello, Giulia Zanetti,

Liceo M. Grigoletti, Pordenone