Il dolore può essere utile? Questa la domanda cardine dell’incontro di giovedì 9 maggio con la scrittrice e filosofa Michela Marzano all’Arena Robinson di Repubblica. L’autrice, tra episodi autobiografici e riferimenti ai suoi romanzi, ha cercato di dare una risposta che andasse oltre il secco e spontaneo “No”. Una convinzione di cui della scrittrice è la presenza intrinseca del dolore nella condizione umana, di un dolore che non si può far finta non esista e per cui spesso mancano le parole. Quello che però si può fare è affiancare il proprio dolore anziché tentare di superarlo, smettendo di cercare un perché e iniziando a cercare un come. Imparare a convivere con ciò che si è, con ciò che non si è più, con ciò che non si è mai stati è l’obiettivo del percorso che porta a stare meglio, a riappacificarsi con se stessi per diventare attori della propria esistenza. Tutti abbiamo necessità di riconoscerci e accettarci per ciò che siamo in modo da essere riconosciuti e accettati dagli altri. E’ in questo, afferma l’autrice, che sta l’amore, nell’essere compresi dall’altro, che non ci chiede di essere niente di più di ciò che siamo.
Il dolore, assieme all’amore, è il fil rouge che percorre tutta l’opera di Michela Marzano come anche Idda, il suo ultimo romanzo, che ha presentato giovedì 9 in Sala Azzurra, intervistata dalla collega scrittrice Rosella Postorino. La storia si sviluppa intorno alle figure di Alessandra, salentina scappata in Francia a seguito di una tragedia familiare che la segnerà per sempre, e Annie, la suocera affetta da Alzheimer. Il rapporto che nasce tra le due, che le renderà come madre e figlia, sarà il “motore immobile” che porterà Alessandra ad affrontare il suo passato e il figlio di Annie, Pierre, ad accettare la malattia della madre. Attraverso il concetto della memoria e del ricordo, Michela Marzano affronta il tema dell’identità, che sembra perduta da una delle protagoniste, ma che in realtà verrà ritrovata nell’unico vero sentimento che lega ogni essere umano: l’amore.
Affrontando temi delicati e a volte scomodi come il dolore, la sofferenza, l’identità e la memoria, Michela Marzano porta al Salone il mondo più introspettivo e interiore tipico dei suoi romanzi.
Desiree Bindini e Martina Piscitelli, Liceo Ariosto Ferrara
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