“Perché non parli in pubblico? Parli a noi, perché non non parli a tutti? Qua ogni volta che parli tiri una bomba! Parla!”
Da allora ho iniziato a parlare in pubblico, come faccio con la gente, come mi viene, con spontaneità.

Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (l’Arsenale della Pace di Torino), oggi al Salone del Libro ha presentato il suo nuovo libro, raccolta dei suoi editoriali di “Avvenire”: E’ possibile – La regola della speranza (Mondadori Editore).
Questo libro, come racconta Alberto Gelsomini, è un testo prezioso che ha in sé un valore sapienziale in quanto ogni parola e racconto trasudano esperienze forti vissute in prima persona.
Il filo conduttore del libro è la necessità dell’uomo di comprendere il senso della vita e di capire come in fondo tutto è possibile.
Ernesto racconta che non si sarebbe mai sognato una vita come quella che sta vivendo, e durante il suo percorso ha sempre cercato un modo per tornare alla normalità. Ha imparato a convivere con la propria fama, trovando modi per rimanere fedele a se stesso, come pregare molto tutti i giorni, scrivere e prendere come esempio di vita persone che hanno fatto della propria fama un mezzo per aiutare gli altri.

“Si può cambiare il mondo non facendo una rivoluzione, ma convincendo chi possiede di più ad avere uno sguardo più ampio.”

Nel libro si percorrono alcuni momenti della sua vita che lo hanno portato a riflettere. Oggi ha dialogato con Marco Tarquino, direttore di “Avvenire”, di alcuni aneddoti riguardanti le stanze che compongono il suo libro e le persone che in essa rientrano. L’amicizia che ha avuto con Alberto Risso gli ha insegnato cosa vuol dire avere potere, “la possibilità di dissentire, sapere dire di no”.

“Tutte le cose sono né belle né brutte ma il bene o il male dipende dalle nostre scelte.”

Ernesto Olivero ci ha lasciato con questa frase per insegnarci che siamo noi a scegliere il bene o il male in base alle scelte che facciamo e che quindi siamo noi in prima persona a poter migliorare il mondo.
“Rendere felici gli altri”, questo è il segreto della felicità.

Gabriele Druetta e Cecilia Ducco, Liceo Alfieri – Torino