“… e se poi non moriamo?” 

 

Quattro minuti, questo il tempo impiegato dalla conferenza in streaming di Francesco Piccolo ieri 15 maggio sul canale YouTube del Salone del Libro. Solo quattro minuti, che si sono rivelati tuttavia molto intensi: l’autore ha esposto in un’unica riflessione un ragionamento che argomentava l’idea della fugacità della felicità materiale. In un ipotetico battibecco con la moglie, Piccolo si trova a fronteggiare una domanda quanto mai edonistica: “Non conviene forse lasciare tutto e partire, rischiando qualsiasi cosa e tentando di vivere ogni nostro sogno, come ad esempio fuggire in Polinesia, se ogni giorno c’è la possibilità di non svegliarsi il successivo?” In sintesi, “E se poi moriamo?” Un ragionamento che di primo impatto non fa una piega, ma che l’autore prontamente punzecchia, con la semplice, ma efficace domanda: “E se poi non moriamo?”. E se dopo aver speso ogni risparmio per una settimana, un mese, un anno in Polinesia, ci ritrovassimo ancora vivi e senza più nulla? E poi, che differenza c’è tra un morto che è stato in Polinesia e uno che si è limitato a vivere sempre nella stessa piccola cittadina di periferia? Davvero di fronte alle porte di un ipotetico paradiso verremo giudicati in base al costo della nostra vacanza estiva? Davvero bisogna uscire dall’ordinario e nascondersi in posti paradisiaci per trovare la felicità? Dopo averci gettati  in questo mare burrascoso, l’autore, com’è arrivato, altrettanto velocemente termina la diretta, lasciando gli ascoltatori nuotare in un oceano di mille risposte plausibili, ma nessuna completamente valida.

 

Irene Peresson, Arianna Cozzarini, Liceo Scientifico M. Grigoletti, Pordenone