L’ingresso di Francesco Giorda, un attore di teatro venuto ai Portici per presentare il libro Il pianeta lo salvo io (edizioni EDT-Giralangolo), è degno di uno spettacolo circense, tanto che inizialmente non è facile immaginare che il tema trattato sarà uno serio come la salvaguardia del nostro pianeta, ormai in rovina.
Francesco sorprende il pubblico presentandosi su di un monociclo con un mondo sottobraccio; con la sua unica ruota arriva quasi a pestare la mani dei più vicini, tirandosi prontamente indietro all’ultimo momento. Ad attenderlo, evidentemente non a caso, c’è una piccola folla di bambini e genitori nella Galleria San Federico. Viene difficile descrivere su carta l’incontro che Francesco ha portato avanti, in quanto è stato frutto di un continuo mescolamento tra serietà e risate, suggerimenti e battute, comicità e riflessioni. Ha saputo coinvolgere il pubblico con la simpatia e la naturalezza tipica di chi regolarmente si esibisce davanti ad estranei e penso che non ci sarebbe stato modo migliore del suo per presentare un argomento così delicato a bambini di di massimo otto anni. Il nostro pianeta è sull’orlo della rovina. Una volta appurato che la colpa è di tutti noi, dai più piccini ai grandi, uomini e donne, consapevoli o meno, Francesco lancia in aria sopra al pubblico il grande pallone a forma di mondo che teneva sottobraccio. Le regole sono semplici: tenerlo sempre in aria senza bloccarlo o fargli toccare terra. È una simpatica metafora che i più grandi avranno sicuramente compreso; per i bambini probabilmente è stato più solo un gioco divertente, ma in cui occorreva comunque impegnarsi e collaborare.
Seguendo come traccia alcuni del 101 suggerimenti dati dal libro, l’attore propone alcune buone abitudini che bisognerebbe sempre seguire, per il bene del Pianeta. Il suggerimento numero 2, per esempio, precisa di assicurarsi sempre che tutti i dispositivi presenti nelle case siano davvero spenti e non solo in stand by, perchè consumano ugualmente una certa quantità di energia che va completamente sprecata. Il terzo suggerimento invece è sullo spreco dell’acqua. L’esempio che tutti sempre citano è lo spreco durante il lavaggio dei denti. e per provare le sue parole Francesco chiama due bambini e fa loro lavare i denti: il primo ha a disposizione un solo bicchiere pieno d’acqua, la seconda invece terrà per tutto il tempo il rubinetto aperto. Dimostra così, tra le rise generali, che l’acqua indispensabile per lavarsi i denti è quella contenuta in un bicchiere, e tutto il resto è un eccesso inutile e dispendioso. Un altro, ultimo punto fondamentale tra quelli affrontati, è quello dei rifiuti. Quanti imballaggi inutili ci sono in ogni confezione di alimentari? Perché non sostituire le vaschette di plastica a contenitori più robusti, magari in legno, che possono essere utilizzati più volte? Perché non usare un unico bicchiere di plastica rigida in sostituzione a quelli usa e getta, di cui ogni giorno vengono buttate quantità esorbitanti? Perché dover comprare continuamente nuove bibite dissetanti in lattina, quando se ne possono ottenere di simili con un limone, dello zucchero e dell’acqua? A questo proposito, per esempio, forse non tutti sanno che mentre il contenuto della lattina finisce in qualche minuto, il contenitore impiegherà un tempo infinito a degradarsi.
Giorda lascia il suo pubblico con una promessa, un impegno che ciascuno deve prendere, nel profondo, verso il nostro mondo; finché nessuno si sentirà in obbligo di intervenire, nel suo piccolo, per la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, nulla potrà essere risolto. E forse è giusto concludere con una frase che più volte è stata ribadita durante l’incontro: “Sono piccole abitudini, ma cambiare le abitudini può cambiare il Pianeta”
Sara Tavella, Liceo Scientifico Copernico
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