L’economia e la conoscenza, un rapporto che non sempre viene preso in considerazione.

A questo ci ha pensato Pietro Greco, giornalista scientifico che si è posto il problema di passare dalla comunicazione alla resa operativa.

E’ stato consigliere del ministro Mussi, lavora per rai tre e altri importanti giornali e ha pubblicato diversi libri tra cui l’ultimo: “Fisica per la pace”.

Nella data del 29 settembre 2017  presso la facoltà di economie e management di Ferrara in occasione del festival Internazionale è stato intervistato da Michele Fabbri a proposito della ricchezza e del sapere.

L’argomento è stato affrontato partendo dall’evoluzione dell’economia dell’uomo in tre fasi:                                                                                                                                                                                                                 la prima è quella della caccia, dell’allevamento dell’agricoltura                                                                                                       la seconda incentrata sulla rivoluzione industriale                                                                                                                             l’ultima, quella in cui noi viviamo, incentrata sulla globalizzazione e in cui il valore dei beni non sta nella materia ma nel contenuto.

In merito all’ultima tesi viene fatto da Pietro Greco un esempio semplice ma efficace: la distinzione fra il valore di un tavolo di legno che sta nel materiale e nella sua qualità e un telefono il cui valore sta nella sua costruzione ingegneristica, infatti, la qualità del materiali impiegati nella costruzione di un telefono valgono il 5% rispetto al suo prezzo di vendita.

Ristringendo l’obbiettivo del discorso il giornalista si concentra sulle regressione dell’Italia rispetto all’Europa e dell’Europa rispetto al resto del mondo.

Infatti, mentre nel 1901 l’Europa aveva la maggior parte di premi Nobel in meno di un secolo il quadro generale si è ribaltato e ora la maggior parte dei premi Nobel è consegnata agli scienziati Americani.

Il monopolio Europeo è stato nelle mani dell’Italia dal 600 fimo agli inizi del 900, finché il governo italiano, costretto a tagliare i fondi pubblici, ha deciso di sacrificare la sanità e l’istruzione.

In conclusione si può dire che viviamo in un’era di conoscenza ma non abbiamo più giovani che conoscono le cose.

Rebecca De Bortoli, Linda Packer

Liceo Classico Vittorio Alfieri, Liceo Classico Ariosto