Coinvolgente, simpatico, entusiasmante, carismatico: Edmond Baudoin si è dimostrato tutto ciò, oggi alla Sala Estense. Intervistato dal grande Goffredo Fofi e Francesco Boille, Baudoin, noto fumettista, disegnatore e pittore francese, originario della campagna nizzarda, ha regalato un emozionante sguardo sul suo mondo bianco e nero di fumetti, parlandoci dei suoi due più grandi lavori autobiografici Il gusto della terra e Viva la vida.
Come fa notare Fofi, egli, in cinquant’anni di carriera, ha ripercorso la storia della letteratura e della cultura francese, facendoci scoprire un mondo ‘minore’, nel quale racconta anche l’amore, tra vecchi e tra bambini, in un modo quasi ‘morantiano’, nel suo estremo bisogno di tenerezza. Nei suoi fumetti, l’io narrante non descrive solo il proprio mondo, ma anche, e soprattutto, il mondo a lui circostante in cui cerca il proprio passato. Da questa ricerca si denota una certa irrequietezza, pur sempre controllata e dolce, nei confronti del contemporaneo, dovuta all’impotenza che lo scrittore prova nel non poterlo cambiare.
Punto forte del suo stile è sicuramente il ritratto e Baudoin ci spiega perchè: ” Siamo miliardi sul nostro pianeta, tutti i giorni ci incrociamo e spesso non ci fermiamo, non ci parliamo. Il ritratto si basa proprio sul contrario, sul fermarsi un attimo e comunicare guardandosi negli occhi. Noi soffriamo della mancanza di comunicazione.”
Ha iniziato così a introdurre il suo lavoro Il gusto della terra, tratto dall’esperienza del suo viaggio in America latina, durante il quale, ha ritratto per strada persone che raccontavano i loro sogni nella vita. Sogni che, nonostante le differenze di cultura e condizione di vita, sono proprio gli stessi di ogni altro essere umano.
Tutto è fondamentale per Edmond Baudoin: la postura mentre disegna, per poter sentire al meglio il corpo; la scelta dello strumento, che cambia in base al racconto; la scelta del bianco e nero, che permette di cogliere l’essenziale. Attenzione, quella per il bianco e nero, che è duplice, in quanto rappresenta, si, il rapporto tra due colori, ma anche tra due etnie, che si incontrano nel Mediterraneo. Ogni singola linea tracciata descrive ciò che caratterizza ognuno di noi e il nostro rapporto con la vita. D’altronde, Cézanne non sapeva disegnare ma ha rivoluzionato il mondo della pittura.
Sulla commozione di Goffredo Fofi e l’applauso sentito del pubblico estasiato, Baudoin conclude: “Dentro l’arte, in ogni riproduzione, resta la traccia umana, la vita, ciò che lasciamo”.
Celeste Paccotti, Ines Ammirati
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