Elisabetta De Biase dell’Istituto Alberghiero di Barge ci racconta il suo incontro con la scrittrice Raffaella Romagnolo. In questo articolo trovate il resoconto dei primi due incontri della scrittrice in quest’ altro il resoconto del terzo.
Il tempo passa in fretta durante gli incontri con la scrittrice Raffaella Romagnolo. Noi ascoltiamo attenti, non c’è nessuno che guarda fuori dalla finestra, nessuno volge il naso al soffitto in cerca di una possibile distrazione. La nostra è una scuola professionale e tra qualche anno la maggior parte di noi sarà coinvolta in attività legate alla ristorazione. IL nostro è un lavoro duro che occupa molte ore della giornata quindi saremo talmente immersi in esso che avremo troppo poco tempo da dedicare alla lettura. Nonostante ciò lei si racconta, spiega, narra e noi la seguiamo rapiti. Sembra esserci una corda tesa tra noi e lei. Una corda invisibile fatta di sole parole e si spezza solo al suono della campanella. Mi sorprende tale attenzione.In fondo nessuno di noi avrà molto a che fare con la scrittura in futuro; non si serve ne si cucina con le parole scritte. Forse siamo così interessati perché la nostra scrittrice è una donna carismatica che, con grande abilità, è riuscita a trasportarci nel suo mondo. Forse perché l’uomo non è classificabile solo per il mestiere che svolge, ma anche e soprattutto per ciò che prova: amore, gioia, tormento. Sentimenti che la scrittura può far provare. Quale modo, migliore della scrittura, esiste per esprimere se stessi e le proprie emozioni?
Elisabetta De Biase, Istituto Alberghiero di Barge
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