Come gli autori, anche i libri maturano. Dopo ben 30 anni dall’esordio, finalmente Pennac ci illustra il coronamento della maturità di uno scrittore con il suo libro ‘Storia di un corpo’, completamente privo di tratti psicologici  e ricolmo di sensazioni ben condivisibili da tutti.

L’incontro , organizzato in collaborazione con il Salone del Libro di Torino, era tra i più attesi dell’edizione 2013 di Pordenonelegge.

“Si tratta del diario di un uomo, in cui regna ciò che vive ogni giorno” afferma Pennac “e al contrario di come si possa pensare, non si tratta di un’autobiografia; infatti non parlo della mia vita, ma utilizzo parte del mio vissuto e delle esperienze passate come materia prima di questo romanzo”.

‘Storia di un corpo’ è il frutto di un percorso letterario (e di vita). “E’ un romanzo sulla consapevolezza. Infatti ho dovuto aspettare i 69 anni prima di poterlo scrivere, poiché non avevo raggiunto quella maturità fisica (e letteraria) necessaria per riuscire in un simile libro.”

“Quello della maturità letteraria è un vero e proprio enigma” continua poi Pennac, citando l’ormai celebre scrittrice Silvia Avallone “non riesco a concepire come questa giovane scrittrice sia riuscita ad avere una maturità letteraria così elevata. Così come” prosegue “Emily Bronte ha scritto a 17 anni il capolavoro che conosciamo con il nome di ‘Cime Tempestose’”.

Parlando poi del libro di Avallone, ‘Acciaio’, dice “Bisogna essere dotati di giustezza assoluta e di colpo d’occhio per riuscire a descrivere a quell’età quanto è espresso dal suo romanzo.”

E potrà sembrare paradossale che, nella società odierna, ricolma di immagini e basata sul corpo (chiede giustamente Fabio Gambaro, intervistatore durante l’incontro), Pennac abbia scritto un romanzo rivolto unicamente verso questo punto.

“Il paradosso sta nel fatto che il corpo si è infinitamente esposto, abbiamo a che fare con un’esposizione continua del corpo, eppure il concetto di pudore, il concetto di silenzio, è lo stesso che si poteva avere nel XIX secolo, quasi fosse un tabù.” Risponde lo scrittore.

Conclude infine trattando il tema della libertà assoluta di uno scrittore, citando i 10 diritti di un lettore, esposti anche in ‘Come un romanzo’, dice “Possiamo trascrivere i 10 diritti di un lettore nei 10 doveri di un autore, primo tra questi la libertà di non scrivere se non hai niente da dire, o se hai già detto tutto. Il secondo è quello di non finire un libro. O di distruggerlo.” come, racconta lui, ha fatto con il suo primo romanzo, scritto a 19 anni, ‘Senza sapere dove andare’, che definisce “del tutto cretino, colmo di personaggi stereotipati, che fanno il verso alla letteratura.”

Nulla è più emblematico del vissuto di Pennac che, a distanza di anni, definisce infantile (e condanna al distruggi documenti) il suo primo scritto.

Non ci poteva essere un risvolto migliore a questa trama, la ‘trama’ di uno scrittore.

Francesco Lattanzio e Andrea Pistelli