Sembra quasi una favola”, così ha esordito Domenico Starnone cercando di dare una prima descrizione dell’ultimo libro della scrittrice Carola Susani, “Eravamo bambini abbastanza”. L’ospite, in quanto lui stesso scrittore, esprime come già solo la formula “bambini abbastanza” faccia pensare ad uno stato che tutti conosciamo. L’aggiunta della parola abbastanza fa si che il sentimento iniziale evolva in uno sconosciuto.
Quella narrata nel libro appare nelle prime pagine come una realtà ben presente; si parla di bambini mendicanti, quelli che si vedono per strada con un bicchiere di cartone in mano mentre tentano di imporsi sui passanti e farsi dare qualche monetina. Viene da pensare che si tratti di un libro sociologico, ma pagina dopo pagina ci si rende conto che sembra di leggere una favola. Solo che in questa favola i bambini dipendono dall’orco, gli vogliono bene, si contendono le sue attenzioni e addirittura sentono la propria condizione come un privilegio. L’orco viene denominato da uno dei ragazzi il “Raptor”, a causa della sua corporatura eccessivamente magra e l’incurvatura della schiena, egli impone delle regole severe e al centro dei suoi interessi si trova il denaro. 
Solamente la “Baba Ginevra” rappresenta una forza pari ma opposta al Raptor. E’ solo una vecchietta, ma a differenza dei passanti lei li riconosce e dà loro un’identità oltre a quella di mendicante.
Alcuni particolari messi in risalto dello stile della scrittrice sono il forte realismo e una descrizione geografica molto dettagliata, raggiunta grazie ai ripetuti viaggi da parte della Susani nei luoghi del libro.
Nell’ultima parte della conferenza Carola Susani e Domenico Starnone hanno commentato l’attuale letteratura per ragazzi e quanto si differenzi da quella “di una volta”, assai più realistica e tanto crudele che
addirittura faceva paura; oggi infatti c’è una maggiore tendenza a cercare di tutelare di più i giovanissimi rispetto ad un tempo. 

Sofia
Redazione Permanente