Il nostro incontro viene ospitato dalla biblioteca Civica Centrale, che come altre biblioteche torinesi organizza letture ed eventi con gli autori.
L’autore che incontriamo oggi è Lorenzo Marone, che ci presenta il suo ultimo libro, “Un ragazzo normale“. Lorenzo Marone è nato a Napoli, ha lavorato per 10 anni come avvocato e da qualche tempo si dedica alla scrittura, che con titoli come “La tentazione di essere felici”, “La tristezza ha il sonno leggero” e “Magari domani resto” gli ha permesso di vincere numerosi riconoscimenti.
“Un ragazzo normale” racconta la storia di Mimi: 12 anni, una passione smisurata per letteratura, matematica e scienza, vive con la famiglia a Napoli, sogna i supereroi. Un supereroe, in effetti, gli sembra di averlo incontrato: si tratta di Giancarlo Siani, il giovane giornalista impegnato nella lotta alla mafia, ucciso dalla Camorra nell’85. Nel romanzo, Mimì conosce Giancarlo Siani perchè vive nel palazzo in cui il padre è portiere e i due, nonostante le loro differenze, stringono un legame di amicizia prezioso, che farà crescere il ragazzino.
Decidiamo, per scoprire meglio il libro, di leggerne insieme alcuni brani.
Il primo brano sottolinea l’importanza dei libri. Mimì, infatti, accumula libri che legge avidamente e nasconde poi sotto il suo letto. Legge e rilegge i pochi libri che gli regalano, fino quasi a impararli a memoria, e non è mai sazio. La sua famiglia, umile, non capisce la sua passione, ma Mimì non si dà per vinto. Leggere gli apre la mente, la letteratura diventa il suo mondo e influenza il suo linguaggio, ora forbito e ricco; i suoi libri lo plasmano e lo trasformano, accompagnandolo nel lungo percorso verso l’età adulta.
L’autore si riconosce nel protagonista e attraverso il suo sguardo rivive anche la sua adolescenza. “I suoi libri sono un po’ anche i miei, c’è qualcosa in comune” dice, e aggiunge scherzando “anche se io forse non ero così studioso, così nerd…“. Oltre alla letteratura classica, ha sempre spaziato tra i generi e i fumetti hanno avuto da subito un ruolo importante nella sua adolescenza. Se dovesse scegliere un libro che l’ha segnato più degli altri, forse sarebbe “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, ma è appassionato anche di gialli, di letteratura americana e apprezza Stephen King.
Il secondo brano che ascoltiamo riguarda l’importanza delle parole. Ci racconta di Mimì, alle prese con l’amore adolescenziale per Viola, che le dedica una frase a cui ha pensato a lungo: “Se fossi un supereroe, la mia unica missione sarebbe proteggerti”. Viola si commuove e Mimì comprende la forza della scrittura.
Questo libro è un omaggio all’amore, all’amicizia e all’adolescenza. Ai libri e alle parole che, se arrivano al momento giusto, possono cambiare la vita a Mimì e a tanti ragazzi come lui, dando loro ‘una marcia in più’. La parola scritta ha un grandissimo potere e Mimì lo intuisce: Giancarlo Siani diventa ai suoi occhi un supereroe nel combattere il male con la sua penna, ma è allo stesso tempo un ragazzo normale che al momento opportuno sceglie di compiere gesti da eroe. La cultura, l’arte e la scrittura ci aiutano in questo, perchè formano un bagaglio interiore che ci permette di vivere la vita con coraggio e vitalità.
Alla fine Mimì capisce che i superpoteri non esistono: forse i veri superpoteri sono le relazioni che siamo in grado di crearci, la nostra capacità di amare e farci amare, l’amicizia e gli affetti e la qualità di queste relazioni rende alcuni più supereoi di altri. Sta a noi rendere speciale la nostra quotidianità e migliore la nostra piccola parte di mondo. E ce lo mostra l’amicizia tra Giancarlo e Mimì, che nonostante la differenza di età e posizione, condividono lo stesso sguardo sul mondo.
L’ultimo brano è sullo di scrivere d’amore. Mimì si confida a Giancarlo: ha cominciato a scrivere una storia che, rivela imbarzzato, parla d’amore invece che di “cose più importanti”, come di Camorra. Giancarlo lo rincuora, affermando che l’amore è una delle emozioni più potenti e l’unica capace di vincere la morte.
Questo romanzo si volge su due piani, il primo tocca la crescita di Mimì e il suo rapportarsi con il mondo che lo circonda, il secondo si focalizza invece sull’amicizia con Giancarlo Siani, che lo introduce alla scrittura. Le due trame si intrecciano e vanno di pari passo, sviluppandosi tra le vie del luogo in cui vivono.
Il libro si apre con Mimì che, adulto, torna nella casa in cui viveva da ragazzino e nel rivederla rivive la sua adolescenza. E’ sempre forte e presente nei libri di Lorenzo Marone il tema del ricordo: i luoghi del passato sono importanti per l’autore, che pensa con affetto alla casa in cui ha trascorso l’infanzia. Ogni posto e ogni oggetto di un tempo fanno accendere in noi una scintilla da cui nasce, poi, il flusso della memoria.
Parliamo poi di letteratura come mezzo per normalizzare la lotta alla mafia e valorizzarne la quotidianità. Non possiamo scordarci di chi come Giancarlo Siani ha lottato per cambiare le cose, ma non dobbiamo rischiare di porre questi uomini su un piedistallo, perchè così facendo dimentichiamo che i loro gesti sono normali e tutti possono compierli. Non servono poteri magici, non abbiamo bisogno di un Batman che come un cavaliere nell’ombra salvi una Gotham paralizzata mentre i suoi abitanti, inermi e tremanti, stanno a guardare.
Abbiamo invece bisogno di ragazzi come Giancarlo Siani, della loro vitalità, del coraggio nella quotidianità. Dobbiamo dare un senso al nostro breve passaggio terreno cercando di rendere migliori noi stessi e il nostro piccolo pezzettino di mondo. Chi fa questo si avvicina molto al concetto di eroe. Tutti quelli che come Siani hanno speso la vita per degli ideali o per raccontare la verità erano uomini che avevano questo, bisogna umanizzarli e renderli normali.
Lorenzo Marone conclude il suo intervento raccontandoci cosa significa per lui scrivere. Come accade al protagonista del romanzo, l’autore trova nella scrittura un modo per esternare emozioni che sarebbero difficili da esprimere altrimenti. Scrivere è un’esigenza, una grande salvezza: è avere piccoli mondi e piccole vite in cui rifugiarsi, in cui parlare di poesia, di speranza e della bellezza delle piccole cose. Ma sopratutto, nonostante i suoi siano mondi difficili, Lorenzo Marone ricorda che anche in queste situazioni c’è sempre uno spiraglio, c’è sempre respiro.
Bianca Ceragioli
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