La disaffezione dei giovani verso le istituzioni pubbliche ed il loro rapporto con la moderna società italiana: è sulla ricerca di risposte a queste problematiche che l’University Press Italiana (UPI), coordinamento di 15 atenei universitari italiani, ha affidato a dodici personalità di spicco del panorama politico e letterario italiano l’incarico, attraverso altrettante interviste raccolte in un’unica opera, di esporre la propria opinione su come la società moderna e gli adulti possano riavvicinare i giovani all’interesse per la politica e le istituzioni statali. Tra queste personalità compaiono Beppe Severgnini, Corrado Augias e lo psichiatra Vittorino Andreoli che, presenti al Salone di Torino, hanno discusso e presentato le loro risposte, raccolte nel libro “Spassionati. Nuovi cittadini nella democrazia che verrà”. L’evento è stato introdotto dalla sua curatrice Gianna Fregonara, che ha subito tenuto a ricordare che i proventi ricavati dalla sua vendita saranno indirizzati totalmente al finanziamento di attività scolastiche di educazione civica, attività mirate a far acquisire ai giovani l’interesse per le istituzioni pubbliche e politiche.

Tutti i tre relatori (doveva essere presente anche Luciano Violante, impossibilitato all’ultimo a partecipare) hanno brevemente esposto le proprie risposte alla questione rimanendo però attenti a non anticipare eccessivamente il contenuto del libro. Nei loro interventi abbiamo potuto identificare alcune idee in comune particolarmente interessanti. Innanzitutto il valore del confronto tra generazioni: una significativa frase di Severgnini è: “chi ha raggiunto l’età in cui può dire di aver imparato abbastanza non può fare a meno di diventare insegnante per i più giovani”. Giovani a cui dunque viene concessa e riservata una grande importanza: “non esiste ragazzo che sufficientemente motivato ed incoraggiato non abbia voglia di lavorare” dice sempre Severgnini. La discussione si è poi concentrata sulle opportunità di cui i giovani debbano godere per esprimere al meglio le loro potenzialità. A questo proposito si è dunque data molta importanza alla necessità di riacquistare un sentimento di valorizzazione del bene comune che metta il “noi” al centro dell’attenzione a sacrificio dell'”io”, per arrivare alla fine a smentire gli stessi luoghi comuni che distinguono le varie generazioni e le pongono in opposizione e in contrasto tra loro.

Grande l’attenzione e la partecipazione del pubblico all’evento: il risultato di un ambizioso e lodevole progetto ideato da illustri membri del panorama culturale nazionale che dimostrano così, nell’ambito di un progetto no-profit, di avere particolarmente a cuore il benessere dei giovani e del futuro del nostro Paese.

Giovanni Sarti