Finzione o realtà? Questa è la domanda che accomuna tutti i lettori di Falsa calma, romanzo scritto nel 2005 da María Sonia Cristoff, presentato al Salone oggi, giovedì 9 maggio 2019 alle ore 14:00, in Plaza De Los Lectores, zona Oval.
Ad accompagnare l’autrice erano presenti un interprete dallo spagnolo, per permettere la comprensione completa del pubblico e Luciano Del Sette, critico letterario e giornalista de “il Manifesto” che, dopo una breve introduzione del romanzo, ha rivolto domande mirate alla scrittrice, soprattutto sul tema della nonfiction.
Il romanzo, infatti, è un manifesto di questo stile letterario che si fa strada tra realtà e fantasia con agilità e sicurezza. I dieci capitoli dai quali è composto riportano la visione di una Patagonia emarginata: storie di partenze, sogni percepiti come inutili, speranze che potrebbero stravolgere una straziante routine. Storie singole e differenti le une dalle altre che delineano un’unica realtà definendo il ritratto della Patagonia ed il senso di solitudine che essa suscita.
L’utilizzo di questo stile è dovuto a quello che la Cristoff stessa definisce come “rabbia per l’idea generale di romanzo”, che al giorno d’oggi reputa troppo monotono e poco sorprendente. La ricerca della verità invece e il porsi continuamente domande sono ciò che identifica e al tempo stesso differenzia Falsa Calma.
La solitudine è il secondo punto cardine dell’incontro. Non quella solitudine che affascina il turista e che lo lascia a bocca aperta alla vista di pianure sconfinate, ma quella solitudine alienante che estrania dal mondo. Il tema della solitudine infatti fa da sfondo a tutte le varie storie che compongono il romanzo. “Non ha uno sguardo nostalgico, ma militante” dichiara l’autrice e aggiunge che la solitudine. “È una forma di resistenza; siamo controllati dalla tecnologia, il desiderio di stare da soli è ormai considerato un taboo”. Attraverso le parole dell’autrice, le pagine del libro, la descrizione dei personaggi e dei luoghi, il lettore ricava un ritratto chiaro di una terra lontana; come afferma Del Sette: “Questo libro mi ha consegnato la Patagonia”.
Che sia l’Argentina o qualsiasi altro paese, María Sonia Cristoff è riuscita a tessere un romanzo complesso, che si sviluppa attraverso l’intersezione di storie differenti. Storie diverse per dare vita ad uno scenario e ad emozioni che ogni lettore e il pubblico in sala riescono a percepire come proprie, in un incontro dinamico tra spagnolo e italiano, Piemonte e Patagonia che ha fatto crollare qualsiasi confine culturale.
Isabella Greghi ed Alice Miraglia, Liceo Ariosto Ferrara
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