È davvero da molto lontano che l’autore boliviano Rodrigo Hasbún presenta oggi, 16 maggio 2020, il romanzo Gli anni invisibili, ZUR, che si troverà presto in libreria nella traduzione di Giulia Zavagna.

La storia è quella di alcuni adolescenti boliviani a metà degli anni ’90: durante l’ultimo anno di liceo, uno dei personaggi comincia una relazione sentimentale con la nuova professoressa di inglese e negli stessi giorni una sua compagna scopre di essere incinta e di non voler tenere il bambino. Le decisioni che i due ragazzi prendono in quelle poche settimane cariche di interrogativi finiscono per avere un forte impatto sul loro futuro.

Si tratta di un romanzo sull’adolescenza, su quanto essa sia luminosa e bella, e talvolta difficile, ma anche un romanzo sulla memoria e sul quel continuo dialogo tra presente e passato che accompagna la vita di tutti noi. Dialogo che rievoca spesso episodi risalenti a quegli “anni invisibili”, la cui impronta sfugge agli estranei, ma di cui ognuno nel proprio intimo tiene il ricordo, ben consapevole della loro importanza.

L’autore termina il suo intervento con l’augurio, per i diversi attori del mondo dei libri, che si torni presto a svolgere il nobile mestiere del libraio: trafficare storie, che non sempre sono necessarie, ma che racchiudono in sé sguardi, voci ed emozioni. Questo, almeno, è ciò che lui cerca di trasmettere attraverso i propri racconti, forte dell’idea che la letteratura debba offrirsi al pubblico come un’esperienza emozionale conclusa in se stessa.

Sara Tavella, Torino