L’attrice italiana Jasmine Trinca, nata a Roma nel 1981, inizia a soli 19 anni la sua carriera cinematografica. Conosciuta per La fuga degli innocenti, Romanzo Criminale e The Gun Man, nel 2018 ha partecipato anche alla realizzazione del film biografico sul caso dell’omicidio di Stefano Cucchi, interpretando la sorella Ilaria. Nella sua carriera ha vinto 2 David di Donatello per migliore attrice protagonista, 4 Nastri d’argento, 2 Globi d’oro e il premio Un Certain Regard come migliore attrice.

Nel 2019 si occupa del doppiaggio italiano del documentario sulla guerra in Siria “For Sama”, distribuito dalla Wanted Cinema, per sensibilizzare il Paese sull’argomento.

Il tema affrontato è la guerra civile siriana, e in particolare i bombardamenti su Aleppo, città della Siria settentrionale, che ha affrontato e affronta tuttora una delle più atroci battaglie del nostro tempo.

Durante i bombardamenti le donne restano unite e coese, sono tutte dalla stessa parte, non c’è rivalità tra loro, e si fanno testimoni di una sorellanza unica. Sono tutte nella medesima situazione e questo getta le basi di un’uguaglianza comune non solo tra le donne, ma anche tra tutte le vittime di questa guerra. L’attrice mette in luce come queste circostanze di estrema crisi, definibili simili alla pandemia che stiamo affrontando, siano in grado di creare un sentimento d’identità comune; infatti ognuno di noi sta affrontando le simili, se non stesse difficoltà.

Una di queste situazioni problematiche è senz’altro la paralisi di molte realtà lavorative, tra cui quella riguardante il mondo dello spettacolo e il mondo cinematografico.

Il suo lavoro, come tutti quelli inerenti all’ambito artistico, risente molto degli effetti del coronavirus. Durante l’intervista con Paola Caridi, ideatrice del progetto ‘Anime Arabe’, l’attrice riflette sul tema dei diritti del lavoro e della rinnovata attenzione che hanno acquisito in questo momento storico. La pandemia ha portato alla luce diverse lacune nel nostro sistema politico ed economico: una mancanza di diritti in senso più esteso* e la presenza di un governo che si limita a ‘rattoppare’ durante una situazione di disagio e non che mira a una sanificazione alla radice del problema.

Per una ripresa, conclude, si augura che negli anni a venire gli interventi della politica siano guidati da una visione più globale e lungimirante.

Matilde Baiardi, Emanuela Caputo, Chiara Orzelleca