Personalità differenti ma menti affini: Luigi Mascheroni, firma de Il Giornale e professore all’Università Cattolica di Milano, ci guida alla scoperta di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, la coppia di scrittori che ha cambiato l’editoria italiana, portando alla luce generi prima di allora trascurati. Un sodalizio di due autori ugualmente brillanti che, mettendo in comune debolezze e virtù, si sono riscoperti più forti che mai.
Lucentini era “la mente”, le cui idee venivano concretizzate dalla praticità di Fruttero, definito da Mascheroni come “il braccio”. Il primo, maniacale nella cura dei dettagli e rallentato dalle continue revisioni; il secondo, esplosivo e immediato, che attraverso una scrittura rapida delineava abilmente i contenuti dell’opera.
Si conoscono agli inizi degli anni ‘50, ma si ritrovano a lavorare insieme solo alla fine del decennio come editori per Einaudi. Nel 1961 inizia una collaborazione con Mondadori, dove hanno l’occasione di occuparsi principalmente di fantascienza e, 11 anni dopo, nasce il loro primo romanzo, un giallo, intitolato “La donna della domenica”. Il successo li accompagnerà fino alla morte di Lucentini nel 2002, ma Fruttero continuerà a scrivere fino al suo decesso nel 2012.
Il professor Mascheroni delinea le tre caratteristiche vincenti della coppia.
Primi di tutto, la Leggerezza, che si evince dalla finitura artigianale dei loro lavori, privi di moralismi o toni pomposi. In secondo luogo, la Curiosità, che permetteva loro di spaziare fra vari generi letterari, ispirandosi sia ad opere di D’Annunzio che ad altri generi minori, senza trascurare alcun modello. Infine l’Umorismo, la chiave per trovare il giusto equilibrio con il mondo, ampiamente sfruttato dai due autori. Proprio quest’ultimo, secondo Lucentini e Fruttero, è un effetto che si può ottenere solamente divertendosi in prima persona: il divertimento del lettore è un’inevitabile ricompensa concessa allo scrittore che sa divertirsi.
Più volte è stato chiesto loro come riuscissero a scrivere a quattro mani. Alla domanda erano soliti rispondere, con ironia e sagacia, che la loro era una scrittura a tre mani: due quelle di Lucentini, solito a battere sui tasti della macchina da scrivere, l’ultima, del collega, che scriveva velocemente sul bloc notes. L’idea di Mascheroni è che la fase della scrittura fosse un problema quasi irrilevante: le difficoltà maggiori si riscontravano al momento dell’ideazione, e venivano poi superate grazie ad una particolare sintonia e condivisione di visioni comuni.
La loro complementarietà li ha resi una delle coppie che hanno influito maggiormente nel panorama letterario italiano, come sottolinea Mascheroni, e ha permesso loro di ottenere un duplice riscontro positivo: prima di tutto da parte dei lettori, che hanno premiato il loro impegno con un importante numero di copie vendute, e in seguito da parte della critica, che li ha proclamati pilastri fondamentali della letteratura della seconda metà del Novecento.
Matteo Del Col, Valentina Nachira
Liceo M. Grigoletti, Pordenone
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