Cinema e fumetto sono realtà dai numerosi punti di tangenza, che quando si incontrano possono dar vita ad un sincretismo dall’inaspettata originalità. Ed è proprio quello che succede nel libro “Un appartamento a Torino” (ed.Pavesio), scritto a quattro mani dal fumettista Cristiano Spadavecchia e dal regista e sceneggiatore Marco Ponti. Una combinazione di elementi umoristici e talora demenziali, dove creatività e battute di spirito fanno di questo fumetto un simbolo della letteratura underground italiana. Venerdì 15 maggio, presso la bibliomediateca “Mario Gromo” , è stato possibile incontrare, in un confronto dai toni colloquiali, proprio Spadavecchia, che ha curato le vignette di quest’opera molto vicina agli standard della graphic novel. Come si può evincere dal titolo, il vero protagonista dell’opera è proprio l’appartamento, che, come spiega l’autore, è un autentico microcosmo. Questo spazio va a costituire una sorta di impalcatura, che sorregge la narrazione delle vicende e che proietta il lettore in un format dichiaratamente ispirato ad intramontabili sitcom americane come “Friends” e “Tre cuori in affitto”. Purtroppo, questa validissima proposta letteraria ha incontrato diversi ostacoli sul suo cammino, che ne hanno reso difficile la divulgazione. In primo luogo, le intense tabelle professionali di ambedue gli artisti hanno procrastinato più volte la data di pubblicazione del libro. Cristiano Spadavecchia è infatti insegnante in scuole di vario ordine e grado, come la Scuola di Fumetto di Asti, il Csc di Roma e la Holden di Torino. Inoltre, è un attivissimo disegnatore di storyboard, ossia di visualizzazioni grafiche delle idee di regia cinematografica. Proprio quest’ultima branca della sua professione lo ha messo in contatto con il regista Marco Ponti, per il quale ha realizzato la sceneggiatura illustrata di numerosi film come “A/R Andata e ritorno”. Come se non bastasse, anche alcune problematiche di carattere burocratico, come il fallimento della casa editrice, hanno fatto slittare la data di uscita del fumetto. Finalmente le prime strisce umoristiche hanno fatto la loro comparsa sulla rivista Extratorino e ,in seguito, alcune copie cartacee sono state stampate. All’autore sono state rivolte numerose domande, soprattutto riguardo al suo rapporto con i personaggi che nascono dalla sua matita e dalla sua fantasia. «Solitamente tendo a non inserire troppi elementi autobiografici nei protagonisti delle mie storie, anche se, a volte, inconsciamente, mi capita di trovare in essi delle caratteristiche che in qualche modo sento mie».
Per Spadavecchia, questo libro rappresenta un riavvicinamento al genere comico, che aveva accantonato per seguire altre strade artistiche. Il fumettista conclude la conferenza definendo il libro un punto di partenza, da cui spera partiranno altre piacevoli collaborazioni con l’amico Marco Ponti.
L’incontro, interessante e ricco di contenuti, ha goduto purtroppo di scarsa visibilità. Di conseguenza, la risposta di pubblico è stata molto debole, mentre occasioni di confronto come questa dovrebbero essere maggiormente promosse e incentivate. Un vero peccato, considerando che la scena fumettistica italiana vanta una larga fetta di appassionati ed è seguita soprattutto da un pubblico giovanile, nonché uno dei target principali della vasta scelta letteraria offerta da “SaloneOff”.
Alessandro Tassini e Matteo Zangheri del Liceo Classico Musicale “Cavour”, Torino.
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