Nell’ultima serata dell’edizione del Salone Extra è intervenuto Fabrizio Gifuni, brillante attore e regista teatrale italiano.

«Il gioco è la più seria delle attività umane» queste sono le parole con cui Gifuni ci spiega l’importanza del teatro, in particolare quello occidentale, nato ad Atene nell’antica Grecia, per poter affrontare le sfide estreme del nostro tempo.

Gifuni rivela di essere stato colpito da due racconti: Edipo re di Sofocle e la narrazione dell’incontro tra Solone e Tespi di Plutarco.

Il primo mito narra delle vicende di Edipo costretto a fuggire dalla città in cui è cresciuto, Corinto, dopo che l’oracolo gli ha rivelato il suo tremendo destino:  un giorno avrebbe ucciso suo padre. Edipo, in fuga verso Tebe, lungo la strada, ha una lite con uno sconosciuto che uccide. Soltanto più tardi scoprirà essere il suo vero padre e che la profezia si era avverata. Quando arriva a Tebe, la città è avvilita da un flagello e dominata da una Sfinge, che uccide tutti coloro che la sfidano cercando di rispondere ai suoi quesiti misteriosi.

Edipo riesce a trovare la soluzione agli indovinelli della Sfinge e sconfigge il mostro, ponendo fine al massacro e diventando re di Tebe.

Con questo mito, Fabrizio Gifuni, ci ricorda che «salva la città chi sa giocare meglio». Ciò accade non solo nella Grecia antica, ma anche ai giorni nostri: per esempio, nell’ambito della scienza, le varie scoperte scientifiche sono state realizzate da esperti che hanno giocato con vari elementi per portare un cambiamento nel mondo.

Il secondo racconto di Plutarco è l’incontro tra Solone, il legislatore della città, e Tespi, il più grande attore dell’epoca e leggendario fondatore della tragedia antica. L’aneddoto narra che i due «sacerdoti del gioco e del diritto» si incontrano per la prima volta quando Solone va ad assistere ad uno degli spettacoli teatrali di Tespi, che però viene interrotto dal legislatore. Infatti egli afferma che i cittadini non sono pronti, evitando così che vengano messi in guardia dalle principali istituzioni.

Nuovamente attraverso una storia, Fabrizio Gifuni ci dimostra che il teatro ha un duplice carattere:  lo spettacolo deve intrattenere e divertire, ma nasce soprattutto per scoprire le carte e mettere in crisi lo spettatore e mettere a nudo le ingiustizie di chi governa la polis.

Di seguito a questo intervento si è esibito un gruppo musicale  Eugenio in Via di Gioia. Attivi dal 2012, Eugenio Cesaro, Emanuele Via, Paolo di Gioia e Lorenzo Federici, hanno esordito nel 2014 con il primo disco Lorenzo Federici. Nel 2017 è uscito il secondo album Tutti su per terra e nel 2019 Natura viva e selezionati per Sanremo Giovani 2020.

Giulia Landolina, Liceo Alfieri, Torino.