Piccoli occhiali da aviatore sul volto, folti capelli neri in testa, un’aria stravagante ma affascinante allo stesso tempo. Lui si chiama Gio Evan ed è un’artista a 360 gradi. Scrive poesie, fa performance, crea graffiti, compone musica.

All’anagrafe Giovanni Giancaspro, nel 2007, a 18 anni, parte per un viaggio in giro per il mondo. Per otto anni percorre Europa, India e Sudamerica in bicicletta e a piedi.

Parte non per capire chi è, ma perché vuole scappare per provare a capire cosa fare nella vita e cosa fare della vita.  <<A volte serve uscire a fare una passeggiata, per schiarirsi un po’ le idee; solo che questa passeggiata è durata otto anni. Mi piace camminare>>.

E in questi otto anni, tra migliaia di chilometri percorsi, difficoltà, digiuni e incontri, Giovanni in Sudamerica viene ribattezzato da uno sciamano hopi Gio Evan.

 

Un aquilone

Legato al polso

È una condanna

Se il vento manca

 

Gio ora gioca e lavora con le parole; tutti i giorni pubblica una poesia sui social, crea video su YouTube, scrive libri (l’ultimo edito da Fabbri Editore è Ormai tra noi è tutto infinito), compone canzoni.

Gio il valore delle parole lo ha ben chiaro, infatti ritiene che queste siano materia che, se usata male o bene, può distruggere o innalzare l’uomo, così come un masso può uccidere un uomo e una rosa rendere felice una donna. Con le parole si fanno magie, si creano mondi paralleli; esse sono il mezzo – secondo una teoria sciamanica – per far fiorire o sfiorire una nuova primavera.

La potenza delle parole però spesso è anche soggettiva, in quanto soggettivo è il significato delle parole stesse. Per questo motivo Gio Evan ha creato il suo personale vocabolario: l’Evanario.

In esso sono contenute le sue etimologie, forse discutibili da parte dell’Accademia della Crusca: l’immaginazione è descritta come quella capacità di vedere la magia dentro di sé, l’amore come quel riconoscere la tua musica nella sinfonia di un’altra persona che, toccando le tue corde, ti ricorda la musica preziosa che sei.

<<Quando scrivo una poesia e sento che non riesco a leggerla vuol dire che è viziata, e quindi capisco che ha bisogno di qualcosa in più. Ecco è allora che diventa musica.>>

Per Gio Evan scrivere canzoni significa dare maggiore importanza a parole che da sole forse non riescono a vivere.

Le parole sono importanti, hanno un peso, hanno valore, per questo esistono ancora artisti come Gio Evan e per questo è necessario non continuare a credere che la poesia e l’arte non possano più esistere; è solo necessario capire il modo migliore per distribuire e raccontare il proprio messaggio. L’obbiettivo: sorprendersi e non sorprendere.

 

Gabriele Druetta e Gaia Olocco