Giorgio Agamben, filosofo e autore contemporaneo, nello spazio della Sala Rossa del Salone Internazionale del Libro ha tenuto una conferenza intitolata “La mia ricerca” presentando il suo nuovo libro “Autoritratto nello studio”. L’autore afferma di essere in grado di parlare di sé stesso soltanto parlando degli altri, per questo motivo nella sua nuova opera crea il suo autoritratto mediante immagini, oggetti e  incontri che hanno reso possibile la sua formazione personale e culturale.

Agamben per quanto riguarda la società afferma che lo stato in quanto entità politica è uno stato di sicurezza con tre caratteristiche: 1. l’obbligo di far sistema con i terroristi, senza il quale non esisterebbe la paura dei cittadini su cui lo stato stesso è basato; 2. la partecipazione dei cittadini unicamente ai sondaggi e non più alla vita politica, in quanto considerati dallo stato elemento fastidioso; 3. la rinuncia assoluta in molte situazioni alla ricerca della verità  con l’esclusione della componente giuridica.

Aggiunge inoltre che nella nostra società l’unico elemento rimasto a seguito dei cambiamenti, è  la lingua, una lingua che però sembra non abbia più quasi nulla da dire: si tratta di una lingua che non dice ma chiama. Durante il suo intervento l’autore tratta anche dei  problemi legati all’editoria e all’università e giunge ad una conclusione: “L’uomo è l’indistruttibile che può essere infinitamente distrutto”.

Giulia Boffa, Marco Bulgarelli

Liceo classico Vittorio Alfieri