“La poesia non è memoria del passato, ma anticipazione del futuro.”
Così lo scrittore e critico italiano, Carlo Ossola, apre la sua Lectio Magistralis su Giuseppe Ungaretti, tenuta oggi al Salone Internazionale del Libro in sala Filadelfia, presentando anche il suo libro “Ungaretti, poeta”.
Perché proprio Ungaretti come scelta del protagonista del libro e dell’incontro? Giuseppe Ungaretti è definito “un poeta di tre continenti”: nato ad Alessandria d’Egitto, studente in Francia, poeta in Brasile e poi in Italia, rappresenta il fondersi di numerose culture diverse, dalle quali è stato ispirato per le sue opere. Tra queste le più singolari sono certamente le analogie con il canto arabo e gli haiku giapponesi, caratterizzanti del ritmo e della brevitas delle sue poesie.
Ossola ci parla di questo grande poeta, specchio del Novecento europeo, narrando le tappe più significative della sua vita e come esse hanno influenzato la sua formazione, a partire dalle prime lezioni e gli studi dei classici fino ai suoi rapporti con le traduzioni.
La lezione continua attraversando confini tra argomenti apparentemente separati, ma che al contrario sono strettamente legati tra loro: quello tra poesia e filosofia, le quali sono reciprocamente necessarie e collegate secondo la tradizione poetica italiana che Ungaretti segue, e quello con la musica, considerata particolarmente importante dal poeta per dare ritmo alla composizione.
Ossola quindi affronta e analizza l’opera poetica di Ungaretti secondo tutti gli aspetti, anche quelli meno conosciuti, conducendoci nelle profondità del suo animo e del suo pensiero.
Alice Pisacane, Sara Verhovez
Liceo Classico V. Alfieri
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