A cinquant’anni dalla sua prematura scomparsa, Beppe Fenoglio è senza dubbio entrato nel cuore di ogni generazione, attraverso i suoi romanzi divenuti ormai classici senza tempo. Portici di Carta 2013 ha deciso di ricordarlo nelle sue pagine più belle, recitate da due interpreti d’eccezione: Paolo Di Paolo e Fabio Geda, astri nascenti della scrittura contemporanea. A darci un’immagine concreta dell’uomo, oltre che dello scrittore, è stata invece la figlia Margherita, che pur perdendo il padre a soli due anni ne conserva un ricordo vivido e commovente.

Qui in Piazza San Carlo si è radunata davvero molta gente per assistere all’incontro coordinato da Ernesto Ferrero: anziani con in mano copie consunte di “Il Partigiano Johnny” e “Una Questione Privata”, insegnanti con le loro agendine, giovani dall’aria sognante. Tutti presenti per ascoltare i racconti palpitanti di un Piemonte rurale, di famiglie di altri tempi, di storia partigiana descritta con estrema concretezza.

“Tu hai una maniera di tirare fuori le parole […] è come se sentissi quella parola per la prima volta” si legge in un dialogo di “Una Questione Privata”, e secondo molti è proprio questa la grandezza di Fenoglio, il saper trasmettere qualcosa di grande e di concreto attraverso la forza delle parole. Indubbiamente si tratta di un lavoro da perfezionisti, tanto che lui stesso arrivava ad affermare che “la più spensierata delle mie pagine esce da una decina di penosi rifacimenti”

Secondo Fabio Geda, Beppe Fenoglio è uno di quei maestri a cui ispirarsi nel momento in cui si comincia a scrivere, poiché il suo stile è unico. Arriviamo addirittura a definire qualcosa come “fenogliano”. Per Paolo di Paolo, “diventare un aggettivo” è la più grande onorificenza che uno scrittore possa ottenere.

Margherita, la figlia di Beppe, ha raccontato di come suo padre sia sempre stato con lei nonostante la prematura morte, e di come l’affetto tangibile dei lettori la commuova ogni volta. Piccoli gesti di anonima vicinanza, telefonate, ritrovamenti di biglietti e doni sulla tomba, persino dibattiti accesi in rete riguardo i libri, le dimostrano come suo padre sia rimasto nel cuore di molte persone. Ernesto Ferrero è arrivato a dirle “Gli scrittori si leggono, tuo padre si ama”, ed è forse proprio questo amore a fare di Beppe Fenoglio una figura immortale.

Giulia Cibrario
Fuorilegge