Gramsci è uno di quei personaggi della storia considerati difficili da avvicinare: le persone, e in particolare i giovani, hanno paura di non comprendere a fondo il suo pensiero. Con l’obiettivo di chiarirlo nasce il libro “E’ Gramsci, ragazzi” (BLU edizioni) di Massimo Lunardelli, presentato oggi al Salone del Libro e dedicato ai ragazzi.
L’autore racconta in una novantina di pagine la storia di questo grande intellettuale, servendosi di un linguaggio semplice, ma molto efficace. Lo spunto gli è venuto da un’intervista a un bambino di Ales (paese natale di Gramsci) e ha preso forma grazie alla sua passione per questo personaggio.
Massimo decide di andare in controtendenza, cioè di partire dalla vita di Gramsci come “uomo in carne ed ossa” (più simile ad una favola e quindi più adatta a un pubblico giovane) per farne emergere i pensieri e gli ideali dell’intellettuale. Integra così mente e corpo (la vita, l’esistenza): un lavoro non facile, ma utile per un lavoro divulgativo.
Durante l’incontro, è intervenuto anche un membro della Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci onlus, che ci ha parlato più dell’aspetto ideologico, spiegando pensieri, idee e intuizioni. Ha detto che poteva essere considerato un professore per la sua intellettualità e che esprimeva in modo molto originale le proprie idee sull’uomo e sulla società.
Sono emersi aspetti importanti del pensiero di Gramsci, ad esempio il ruolo fondamentale che attribuiva alla cultura: attraverso lo studio, infatti, è possibile emanciparsi, acquistando maggiore consapevolezza di sé e della società, e riuscire a confrontarsi con la classe dominante.
Bisogna riconoscere a Gramsci la capacità di essere rimasto vivo nel tempo, portatore di un messaggio universale, nonostante la vita difficile e sfortunata. La rabbia verso la società del tempo si esprime nel racconto, soprattutto attraverso i Quaderni, delle proprie idee e nella scelta di vivere tutta la vita scrivendo sui giornali e rendendo così pubblico il proprio pensiero, senza timori. Nel 1917 scrisse un articolo sulla necessità di prendere posizione, manifestando insofferenza verso gli indifferenti (da qui il sottotitolo del libro): si dichiarava un partigiano, nel senso più lato del termine, ovvero uno che difende sempre e a testa alta le proprie convinzioni.
L’incontro si è concluso con l’intervento del pubblico, da cui è nata una riflessione sul narcisismo della società contemporanea. L’idea di Gramsci era, semplificando, di porre gli altri prima di sé per indurli a comportarsi nello stesso modo: voleva costruire una società in cui tutti condividessero gli stessi bisogni e pensieri. Al contrario, oggi, ognuno si pone come se fosse al centro del mondo, rendendo difficili le relazioni con gli altri e quindi la realizzazione di una società di uomini che collaborano per il bene comune.
Insomma, Gramsci è stato un intellettuale d’altri tempi il cui pensiero è ancora oggi forte fonte di ispirazione.
Salvatore Foti, S.M.S. Caduti di Cefalonia
Sara Tavella, tutor Fuorilegge
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