Il titolo della conferenza, Dall’alto verso il basso, da destra verso sinistra. Storie di grappoli e di dizionari, cerca di unire due lingue molto differenti tra loro ma anche per certi versi simili, il giapponese e l’arabo.

Infatti il giapponese si è sviluppato come lingua “verticale” dal momento che gli antichi testi della regione cinese venivano scritti su listarelle di bambù le cui venature naturali erano verticali; l’arabo invece si scrive dalla destra verso la sinistra.

L’idea di grappolo, invece, è data dall’ordinamento nel dizionario di entrambe le lingue: ogni singolo kanji giapponese possiede una forma, un significato e un suono cosicché risulta difficile per un principiante capire queste caratteristiche, qualora si trovi davanti ad un kanji che non conosce. Per la fortuna di questo principiante i kanji si possono ordinare in un modo ben preciso.

Ogni kanji può essere scomposto in due parti, una puramente semantica, di origine cinese, che fa parte di un catalogo di circa 200 caratteri, chiamati radicali, e una puramente fonetica, che indica il suono della parola. Il dizionario è diviso in base a questi radicali: sotto ogni radicale sono raggruppate tutte le parole che contengono tale radicale e per ogni parola sono indicati i vari significati.

La lingua araba invece si presenta diversamente. Essa infatti è una lingua alfabetica composta da 28 consonanti più il grafema hamza; tre di queste consonanti sono semi-vocaliche e servono ad allungare gli unici suoni vocali esistenti nell’arabo classico, “a”, “u” e “i”.

Ogni parola è composta da un gruppo di minimo tre consonanti tra le quali si inseriscono i suoni vocalici. Nel dizionario si trova la parola composta unicamente da questo gruppo di consonati (ad esempio kataba, egli scrive) sotto la quale si trovano le parole, composte in parte da questi tre gruppi consonantici, con un significato che rientra nel campo della parola principale.

Si è parlato anche di problemi di traduzione, prodotti dalle espressioni idiomatiche o da parole non esistenti nella lingua d’arrivo, che, grazie ai nuovi dizionari Zanichelli, unici nel loro genere in Italia, possono essere facilmente risolti.

Al termine dell’incontro, svoltosi nella Sala Madrid, è stata annunciata da Ernesto Ferrero la vincitrice annuale del Premio Giovanni, Emma e Luisa Enriques – Giornate della Traduzione Letteraria, Susanna Basso, traduttrice di scrittori come Kazuo Ishiguro, Alice Munro e Ian McEwan.

Lorenzo Lo Verso, Ines Ammirati

Liceo Ariosto