Mercoledì 2 maggio abbiamo accolto a scuola per l’ultimo incontro Carlo Greppi, lo scrittore da noi adottato e abbiamo dedicato parte del tempo alla discussione sul romanzo “Bruciare la frontiera” esponendo le nostre impressioni e le nostre curiosità.

Ecco alcuni degli spunti emersi e delle nostre riflessioni.

Il romanzo è stata per me una lettura appagante e rilassante, ma nel contempo mi ha mostrato uno squarcio di realtà che troppo spesso viene ignorato per convenienza e comodità. Ciò che mi è piaciuto del romanzo è l’elogio dell’empatia dimostrata dai personaggi quando si rendono conto dell’altrui sofferenza,(il frontaliere svizzero, ma anche lo stesso protagonista), mentre oggi spesso viene negata attenzione alla persone in difficoltà  che si trovano in situazioni che la storia del passato ci ha già raccontato.                                                                          

Cristiano Quaregna

Leggere questo romanzo dopo averne conosciuto l’autore è stato molto diverso rispetto alla lettura di altri libri. E’ stata un’esperienza unica che può portare i giovani come noi ad interessarci di più agli argomentati presentati. Il romanzo mi ha lasciato dei messaggi molto importanti, ma il più importante è quello della libertà che ancora oggi non è concessa a tutti e Greppi ce lo dimostra attraverso le storie parallele di Ab e Francesco, due storie diverse che finiscono per intrecciarsi rivelandomi aspetti del mondo di cui ignoravo l’importanza.                                                                              

  Chiara Ruberti

 

Non è il genere di romanzo che fino a ora ho cercato in libreria, ma dopo averlo letto penso che inizierò ad ampliare il mio campo di interesse, avvicinandomi ad argomenti non necessariamente semplici e leggeri. L’autore ha usato un linguaggio  e una struttura narrativa tali da rendere la lettura piacevole e ricca di emozioni e da portare alla riflessione anche chi solito non si sofferma su certe tematiche. Penso di avere iniziato un percorso di crescita scoprendo alcune cose che vorrei continuare ad approfondire.    

Jennifer  Regis

 

Ho trovato il romanzo molto bello, interessante e intenso. Parla di storie vicine a noi, di libertà e di uguaglianza, ma anche di tanto affetto tra gli amici e tra nonno e nipote. La parte che mi ha emozionato di più è stata proprio la lettera al nonno Dodo.

                                                                                                                 Martina Papuzzo

 

Il libro che abbiamo letto mi è piaciuto molto, anche per come è costruito, intrecciando la storia di Francesco e Kappa con quella di Ab, ma anche  con quelle di tanti ebrei che quella frontiera avevano tentato di “bruciarla” per salvarsi la vita, spesso non riuscendoci. Credo che Carlo abbia voluto farci capire che i problemi ci sono stati e che purtroppo sono ancora presenti ai giorni nostri, sottolineando le difficoltà di un migrante a sorpassare i confini cercando di evitare i controlli, a differenza di un gruppo di ragazzi italiani che vuole andare a vedere come sono fatti dei confini e che li attraversano senza problemi. Disuguaglianza perciò.  Ma forse il romanzo ci insegna anche a superare anche i nostri confini interiori.

Nora Cisilino

 

Attraverso la lettura di questo romanzo ho ricevuto un messaggio molto importante, ovvero  l’importanza della libertà. Troviamo due tipi di personaggi:uno (Fra e Kappa) libero di oltrepassare la frontiera senza alcun ostacolo; l’altro (Ab) ostacolato nel tentativo di raggiungere la propria libertà e il proprio amore. Si tratta di un’ingiustizia a cui non avevo mai dato molta importanza. Leggere il romanzo dopo avere conosciuto l’autore mi ha permesso di ritrovare nella storia tanti argomenti di cui avevamo parlato in classe. Posso dire di avere approfondito la conoscenza di Carlo grazie al suo libro.        

Martina Gaudelli

 

Nel romanzo ho ritrovato un linguaggio semplice, diretto, adatto a un lettore della mia età. L’argomento trattato è attuale, ma allo stesso tempo rimanda al passato: le frontiere ancora oggi sono controllate da poliziotti che vigilano sul passaggio dei migranti, come ieri vigilavano sul passaggio degli ebrei in fuga dalle leggi razziali. Questo collegamento presente-passato è sottolineato anche dalla lettera del nonno di Francesco, riportata a più riprese nei diversi capitoli, che esprime il confronto tra due generazioni diverse, ma con valori che passano da una all’altra. Lo capiamo nel finale quando Francesco, pur mettendosi nei guai, aiuta Ab e Celine a trovare la loro libertà.             

 Lorenzo Quaglino

Classe 3° LSSA IIS Q.Sella” Biella

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