Tutti noi il 27 gennaio, ricordiamo la Shoah, ma sappiamo davvero che cosa rappresenta? Per cominciare, perchè il 27 gennaio? Ebbene questo giorno è il giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, uno dei campi di concentramento più conosciuti. Ricordare, è fondamentale per non dimenticare che cosa la natura umana, che riteniamo la più evoluta rispetto a tutte le altre forme di vita, è capace di fare al sangue del proprio sangue. Quanti animali secondo voi, sarebbero in grado o riterrebbero necessario ammazzare i propri simili, solamente per superiorità? Nessuno.

Il 27 gennaio ha più valori: commemorazione, rispetto della sofferenza e del dolore che noi in parte non abbiamo saputo arginare, e nemmeno voluto evitare, ma è anche una specie di promemoria “guardate che cosa sa fare il genere umano. Guardatela la superiorità. L’evoluzione. Guardateci: che cosa siamo stati, che cosa abbiamo fatto?”
Primo Levi ha scritto:” avevamo deciso di incontrarci noi italiani, ogni domenica sera in un angolo del Lager; ma abbiamo subito smesso, perchè era troppo triste contarci, e trovarci ogni volta più pochi, e più deformi, e più squallidi. Ed era così faticoso fare quei pochi passi: e poi, a ritrovarsi, accadeva di ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo.” Per loro è stato ed è tremendo ricordare. Per noi è dovere, amore nei confronti di quelle persone che avremmo potuto conoscere, che sarebbero potuti essere i nostri migliori amici, o compagni di classe, colleghi… sarebbero potuti essere qualunque cosa, e gli è stata preclusa la possibilità di vivere.
Consideriamo il 27 gennaio un giorno per riflettere sulla natura dell’umanità, sul perchè si è arrivati spesse volte a commettere così gravi crimini contro la vita, per ragioni cosi stupide, e scopi cosi futili. E considerate. Considerate se questo è un uomo.

Francesca Ferraris
Redazione Liceo Alfieri