La nostra Helena Janezeck, protagonista nel 2018 della prima adozione sperimentale dall’Università degli Studi di Torino, ha vinto stasera il Premio Strega 2018, con il libro La ragazza con la Leica, edito da Guanda. Tutta la redazione è felicissima peraltro ce lo sentivamo e la scrittrice e la storia lo meritavano per un sacco di motivi. Per questo non abbiamo finora pubblicato la lettera che Helena ci ha mandato per gli studenti che la hanno adottata, dal momento che non è riuscita a partecipare all’evento finale di Adotta uno scrittore il 14 maggio al Salone. E’ partita da Torino proprio quella mattina perchè la sera doveva essere presente ad uno degli eventi previsti per il premio.
Giusi Marchetta la ha letta agli studenti durante l’evento finale e la abbiamo conservata fino ad ora per pubblicarla proprio oggi. Perchè eravamo sicurissimi di questa bella vittoria. Complimenti Helena è stato un onore averti nella squadra di Adotta uno scrittore 2018!
Care e cari,
quando arrivo in anticipo alla partenza di un treno, vado a fare un giro nella libreria della stazione. Guardo le novità e guardo pure le persone. A volte non ne vedo neanche una sotto i trenta che si affacci ai banchi con i libri. È in quei momenti che sento di appartenere a una specie che ha bisogno di tutela. Un giorno stavo per abbacchiarmi, quando ho notato un ragazzo chino su un volume sfogliato con grande interesse. “Eccolo”, mi sono detta, “lui garantisce il tuo futuro”. Intanto il ragazzo rimetteva a posto la biografia di Javier Zanetti e a me veniva da ridere. Così riscoprivo il gusto dell’imprevedibile che è più importante dei migliori o peggiori vaticini.
L’episodio mi è tornato in mente, quando durante il nostro primo incontro si scherzava sul titolo “adotta uno scrittore”, quasi che voi studenti foste chiamati a costituire una sorta di WWF per noi autori.
La vostra adozione è stata un’esperienza che una balenottera azzurra o un orso marsicano non possono che invidiarmi. Un’occasione unica per rendermi conto che siamo e saremo in pochi a leggere e a scrivere, ma siamo e saremo quelli che nei libri hanno incontrato uno spazio tutto per sé di cui non sono disposti a fare a meno. Del resto, non c’è altra ragione per occuparsi di letteratura quando la vostra generazione fatica a trovare uno sbocco lavorativo, qualsiasi percorso formativo intraprenda.
Voi, però, credo che abbiate già trovato un’altra cosa di cui abbiamo discusso nei nostri incontri, un’apertura verso ciò che non appartiene alla dura realtà dei fatti, ma diventa immaginabile e, dunque, possibile attraverso i libri. Mi avete posto delle domande così vere e pertinenti e, sul blog, mi avete regalato degli interventi così belli, da non lasciarmi alcun dubbio che la vostra strada sarà forse difficile, ma che state esplorando la vostra possibilità autentica.
Mi spiace molto dirlo in forma di lettera, anziché rivedervi al Salone assieme agli altri studenti coinvolti in questo progetto coordinato con entusiasmo e generosità da Augusta Giovannoli. Penso che “Adotta uno scrittore” sia un’iniziativa splendida, perché portare gli scrittori agli studenti significa un impegno concretissimo per tenere aperta la porta dell’incontro possibile con i libri e per tenerla aperta a tutti.
Sono contenta che l’incontro di oggi sia coordinato da Giusi Marchetta che alla cosiddetta “educazione alla lettura” ha dedicato Lettori si cresce, un libro davvero limpido, onesto e persino divertente.
Non ho l’esperienza di Giusi Marchetta come insegnante, ma lavorando per l’editoria e mandando avanti il blog “Nazione Indiana” sono venuta a contatto con molti giovani che hanno scoperto il proprio talento letterario dopo essere stati lettori appassionati. L’importante, però, è sapere che esiste una porta per entrare nel mondo dei libri, perché se la conosci e provi a bussare, oggi non è difficile trovare qualcuno che ti apra. Poi non c’è nulla come la lettura a produrre quella dimestichezza con le parole che diventa risorsa anche per chi si troverà ad adoperarle in ambiti che non c’entrano con la letteratura. Come autrice di libri scritti in una lingua che non faceva parte delle mie materie scolastiche, posso senz’altro garantirlo.
Vi lascio con un avvertimento. Quando adotti una scrittrice e la nutri d’intelligenza e persino di aperitivi, va finire che quella si affeziona. Allora non mi resta che salutarvi con un sincero arrivederci e un grande abbraccio.
Helena Janezeck
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