Venerdì 31 marzo abbiamo incontrato la scrittrice Romana Petri, la quale ci ha presentato il suo romanzo ”La serenata de Ciclone”, in cui narra di Mario Petri, suo padre, uomo eclettico che raggiunge il successo con sacrificio pagando le lezioni di canto grazie all’attività di pugile.
Il romanzo è diviso in due parti: nella prima l’autrice racconta la storia romanzata della famiglia Petri, nella seconda è lei, in prima persona, a descrivere il rapporto che ha avuto con suo padre.
Ha scritto il libro a distanza di venticinque anni dalla morte del padre poiché le mancava e sentiva il bisogno di riportare in vita il suo mito. Ha reso molto bene la sensazione di dolore che ha provato quando ha iniziato a scrivere, ma sono stato colpito ancora di più quando ha detto che ha dovuto accettare la fine del libro come una seconda morte del padre.
Matteo Giovanale
Un incontro con una persona di cui si conosce solo il nome è sempre speciale, soprattutto quando si trovano affinità confrontando la sua storia con la propria. L’incontro con la scrittrice Romana Petri, infatti, è andato esattamente così.
All’inizio, tutti gli alunni si aspettavano un normale e formale incontro “domanda – risposta”, ma appena Romana ha iniziato a parlare tutti hanno capito che si trattava di qualcosa di più: prendendo come esempio la storia narrata nel libro -la storia di Mario, il papà di Romana-, l’autrice ha dato vita ad un dibattito riguardante le discussioni adolescenziali con i propri genitori che ha coinvolto tutti quanti.
Inoltre e soprattutto, l’autrice ci ha fatto “conoscere” il suo speciale papà Mario che, essendo stato attore e cantante professionista, è facilmente visibile sul web.
Gianluca Bentivoglio
Partecipando al progetto “Adotta uno scrittore”, abbiamo incontrato la nostra scrittrice adottiva, Romana Petri. Non ho ancota letto molto il suolibro, ma le informazioni da lei date in risposta alle nostre domande mi hanno portato a capire le tematiche del testo e a invogliarmi a leggerlo.
Quest’incontro mi è servito a capire il valore che lei dà al padre e ho trovato eccezionale il fatto che lei scrivesse un libro per mantenere il suo ricordo. Inoltre abbiamo parlato di come lei sia una scrittrice, ma anche un’insegnante, e la cosa che mi ha colpito maggiormente è il modo in cui invoglia i ragazzi a leggere.
Cristina Tealdo
L’incontro con Romana Petri è stato particolare e affascinante allo stesso tempo.
La scrittrice, originaria di Roma, ha saputo colpire e fare breccia negli animi
grazie al racconto della sua storia e del rapporto con suo padre. Questo racconto è stato molto intenso e tramite le parole della scrittrice molti hanno scoperto l’esistenza di legami familiari molto forti (quasi di amicizia) e probabilmente questa caratteristica ha influito sulla figura dell’autrice. Grazie allo speciale rapporto con il padre, infatti, ha potuto rendersi capace di creare con i giovani un rapporto empatico e per questo ha saputo intrattenere e allo stesso tempo ha fatto riflettere la classe parlando del cambio generazionale. L’incontro ha portato dei benefici morali perché il punto di vista di un’insegnante diverso da quello dei professori dell’istituto può dare un’ apertura mentale maggiore.
Matteo Devalle
Vedere e conoscere in carne ed ossa la persona che ha saputo intrattenerti per pagine e pagine, usando solo l’arte della scrittura, è sempre un po’ toccante; ma l’incontro con Romana Petri si è trasformato in qualcosa di più di una semplice ‘intervista all’autrice’. Romana ha infatti saputo rispondere alle nostre domande senza mai annoiarci ed ampliando gli argomenti, mostrandoci buona parte delle sue emozioni: dall’ammirazione verso il padre, al dolore provocato dalla sua scomparsa.
Sara Spina
Incontrare Romana Petri è stata un’esperienza molto interessante e formativa sia dal punto di vista letterario sia da quello esistenziale; è una donna con una cultura vastissima ed è impressionante la naturalezza con cui raccontava le sue storie e le approfondiva con aneddoti di vita. Le sue parole avevano una profondità non indifferente, nonostante utilizzasse un linguaggio semplice.
Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato il discorso sul dolore come esperienza formativa e soprattutto la metafora che la scrittrice ha utilizzato per descriverla, paragonando il dolore e la gioia a due bottigliette, una d’acqua e l’altra di veleno. Mettendo una goccia d’acqua nel veleno la sostanza non cambia, ma se solo si mette una goccia di veleno nell’acqua rimane completamente avvelenata.
Bruno Reggiani
Durante l’incontro Romana Petri ci ha illustrato il processo della scrittura del suo libro “Le serenate del Ciclone” e ci ha fatto intendere che scrivere un testonon è affatto semplice come può sembrare. L’incontro è stato molto interessante e, secondo me, anche molto utile poiché abbiamo potuto comprendere quanta fatica deve spendere e quanta precisione deve avere l’autore durante la scrittura del suo libro. Lo scopo principale dello scrittore è riuscire nell’intento di attrarre il lettore, ma soprattutto di far piacere il libro anche ai lettori meno interessati. Un effetto benefico di questo incontro è stato invogliare gli ascoltatori, almeno questo è quello che mi è successo, a riprendere a leggere e quindi a rientrare nel mondo della nostra immaginazione. Inoltre abbiamo compreso il rapporto che c’era tra il padre e la figlia (la scrittrice) e la reazione della donna alla morte inaspettata del padre. Ella impiegò circa venticinque anni per scrivere il libro sul suo papà poiché fu molto difficile superare la sua perdita.
Christian De Benedittis
Nel complesso ho trovato l’incontro con l’autrice interessante e da esso ho appreso molto.
Nel momento in cui Romana Petri ha varcato la soglia dell’aula, non sapevo bene cosa aspettarmi. La scrittrice romana non si è limitata a rispondere ampiamente ai nostri quesiti, ma ha saputo intrattenerci e condividere con noi sentimenti molto profondi. Attraverso le sue parole, infatti, ci si poteva immergere nell’intenso legame empatico esistente tra padre e figlia, nonché nel forte dolore provocato dalla scomparsa di quel padre tanto amato.
Inutile dire che questo incontro mi ha portato ad approfondire il mito che fu Mario Petri ed ovviamente a scoprire la figura dell’autrice.
Aurora Parella
Nel momento in cui Romana Petri è entrata nella stanza ho subito notato un particolare: era alta proprio come il suo papà.
Abbiamo potuto fare la sua conoscenza in modo piuttosto approfondito già dal primo incontro e, anche se non sapevo quasi nulla di lei, mi sembrava di conoscerla già da tempo.
Nel rispondere alle nostre domande è stata esaustiva e non ci ha lasciato nessun dubbio, anzi, ha acceso in me la curiosità e la voglia di continuare a leggere il suo libro.
Penso che sia stato un incontro molto interessante sotto ogni punto di vista anche perché non abbiamo parlato solo del libro da lei scritto, ma anche dei nostri hobby e dei nostri interessi perché voleva conoscerci e sapere qualcosa in più di noi.
Arianna Napoli
Ciò che mi ha colpito maggiormente, dai discorsi della scrittrice, è stato il motivo che l’ha spinta a scrivere questo romanzo. Sentiva molto la mancanza del padre, sebbene fossero passati molti anni dalla sua morte. Questo è stato un modo per sentirlo ancora vicino.
Penso che il legame che ognuno di noi ha con i propri genitori sia molto profondo, e sarà molto difficile un giorno farne a meno.
Mirko Manglaviti
Durante l’incontro con Romana Petri, oltre ai più classici discorsi e alle domande sulla scrittura del libro, sono emerse alcune discussioni generali riguardanti i suoi temi, in particolare il rapporto figlio-genitore.
È stato molto interessante notare alcune profonde differenze generazionali quali la diversità dei temi trattati durante le discussioni tra genitori e figli, ieri temi politici, come afferma la scrittrice, oggi temi banali quali l’ordine.
Mi ha colpito molto l’atteggiamento della scrittrice, disponibile fin da subito a soddisfare qualsiasi nostra curiosità o a eliminare qualunque nostro dubbio, rispondendo in modo esaustivo a ciascuna nostra domanda.
Francesco Rossetto
Nell’incontro con la scrittrice che abbiamo “adottato”, Romana Petri, abbiamo potuto notare attraverso i discorsi fatti la sua profondità e vicinanza a molte forme di espressione artistica con le quali è entrata in contatto fin dall’infanzia.
Il profondo rapporto che ha instaurato con il padre le ha permesso di coltivare una forte passione per tutto ciò che riguarda la letteratura -dato che lui, Mario Petri, anche detto il Ciclone, ne era a sua volta affascinato. Questa passione, con gli anni, l’ha portata a diventare non solo scrittrice, ma anche insegnante.
In questo modo le è stato possibile trasmettere le proprie esperienze e conoscenze alle persone che in futuro condizioneranno la vita di tutti noi.
Andrea Stuardi
Durante il mio percorso scolastico ho avuto il piacere di conoscere molti scrittori contemporanei venuti a fare un incontro con la mia classe a proposito di un libro che avevano appena scritto. Ogni incontro ha avuto una sfumatura e dei particolari che lo hanno reso unico ed interessante.
Come tutti i miei compagni, temevo che questo incontro potesse ridursi ad un semplice domanda-risposta, invece Romana Petri fin dal primo momento in cui è entrata nell’aula ha saputo variare e rendere assai più interessante questa esperienza.
La cosa che più mi ha colpito è stato il tono della sua voce; infatti dalle sue risposte si capiva che i suoi sentimenti verso il padre, nonostante sia scomparso da circa 25 anni, sono ancora molto forti. Devo ammettere che all’inizio ho avuto delle difficoltà ad apprezzare appieno questo libro poichè non mi mi attraeva la trama e perché non la capivo fino in fondo trattando di un periodo storico che sento piuttosto lontano, ma ora, grazie a questo incontro, la voglia di leggerlo è aumentata.
Riccardo Fresi
Nei pochi minuti in cui ho avuto la possibilità di partecipare all’incontro sono stato particolarmente interessato dalle indicazioni date dalla scrittrice sul libro e sul padre. Il discorso sul dialetto fatto dalla scrittrice mi ha incuriosito parecchio, come ha fatto sin dall’inizio della mia lettura del libro.
Alberto Raspino
Ho trovato molto interessante l’incontro che abbiamo avuto con Romana Petri. La scrittrice, a prima vista, mi era sembrata una donna fredda e sulle sue, ma quando la conferenza è iniziata ho cambiato idea. Romana è riuscita, con le parole, a descriverci suo padre, sia fisicamente che caratterialmente. Ma la cosa che più mi ha colpito è stata la sua capacità di renderti partecipe al discorso, facendoti anche domande personali, evitando di far diventare noiosa la conferenza.
Gabriele Di Giorgio
Non appena ho visto entrare Romana Petri nell’aula, mi ha colpito fin da subito per il suo modo di fare molto disponibile e amichevole e per la sua altezza. In primo luogo ha fatto una breve descrizione del suo romanzo e del processo per la sua realizzazione e poi ha iniziato a rispondere alle domande che le venivano poste riguardo al libro. Nelle risposte è stata esaustiva, ma senza risultare troppo sintetica, ed è riuscita a risolvere ogni nostro dubbio e perplessità. È stata in grado di catturare la nostra attenzione fin dal primo minuto, parlandoci non solo del libro, ma anche di qualcosa riguardante la sua vita.
Lucrezia Dalò
L’incontro con la scrittrice Romana Petri è stato molto interessante e curioso.
Con la scrittrice abbiamo approfondito alcune “tematiche” presenti nel libro da lei scritto. Purtroppo, dati i tempi ristretti, l’intera classe non è ancora riuscita terminare il libro e, di conseguenza, noi non conoscevamo tutta la storia.
Nonostante ciò, con la sua passione per la scrittura e la sua sicurezza nel parlare, ci ha trasmesso, quasi del tutto, le esperienze e il rapporto bellissimo che ha avuto con suo padre.
Marco Bonalanza
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